Livigno,hanno 98 e 96 anni le sorelle record

Adele e Rina Bormolini sono ancora pimpanti e autonome, raccontano la loro lunga storia. Hanno 16 figli, 31 nipoti e 40 pronipoti. Fin da giovanissime al lavoro in Svizzera, poi l’alpeggio e il bar di famiglia

Una curiosità nel Piccolo Tibet. Le due signore più anziane del paese sono Adele e Rina Bormolini, sorelle rispettivamente di 98 e 96 anni. Hanno ben superato mamma Filomena Bertolina, furvese di origine, una ragazza del ’99, spentasi a 92 anni.

Fino ai novanta entrambe andavano ancora a fare la spesa da sole. La meno anziana, Rina, 96 anni il prossimo ottobre, cucina ancora, passa l’aspirapolvere e si rifà il letto; a quell’età era così anche Adele, che pur essendo ancora pimpante ha ora bisogno dell’aiuto dei familiari.

Le due super sorelle a cadenza quindicinale si trovano a casa di Adele e restano da sole a farsi le confidenze di una vita. Entrambe sono attorniate da famiglie numerosissime. Il totale è impressionante: 16 figli (8+8), 31 nipoti (17+14) e 40 pronipoti (15+25)-

Famiglia numerosa

Anche la loro famiglia di origine, nata dall’amore in tempo di Prima Guerra Mondiale sullo Stelvio fra la mamma Filomena Bertolina di Valfurva e papà Santino Bormolini, livignasco (da Menec, cioè papà Domenico), era molto numerosa come si usava in quei tempi. Una vera e propria squadra di calcio: Santina nel ’17, Giuseppe “Bepin” nel 1919, Pierina del ’23 e poi una di seguito l’una all’altra le nostra Adele del ’25 e Rina del ’27. Poi Bice, Graziella, Oliva, Ettore, Vittorina, Cristiano e Domenico, l’ultimo nato del 1940. Gli ultimi quattro sono ancora viventi.

Qualche ricordo dell’infanzia Adele lo conserva gelosamente: « Non mi piaceva particolarmente andare a scuola - rivela -. Avevo la maestra Anna Maria Mottini, che tutti chiamavano la “maestrona”. A casa c’era poco tempo per fare i compiti, dovevo aiutare il papà a fare legna e la mamma a curare i fratellini, ma c’era anche tempo per giocare. Cucù era una sorta di nascondino e poi giocavamo anche a indovinare quanti sassolini venivano nascosti in una mano, si chiamava “Concon maron” quel gioco».

Il lavoro in Svizzera

Similare la storia di Adele e Rina, che giovanissime hanno raggiunto la Svizzera per lavorare come domestiche, baby sitter, tuttofare. «Prima era partita Pierina per Davos, io sono andata a Zernez - racconta Adele -. Quattro ore di cammino a piedi da Livigno. Eravamo obbligati ad andare via da Livigno, non c’era altra scelta, qui non c’era lavoro. In Svizzera ho curato per anni i bambini di una famiglia. Ho imparato anche il tedesco, tornavo a casa solo una quindicina di giorni in estate». Stava così bene in Svizzera da trovarvi un lavoro e anche per il fidanzato Enrico “Chicco” Galli, che sarebbe poi divenuto suo marito.

Adele e Chicco

In un anno tristissimo, il 1951, quello delle valanghe assassine in loco, Chicco e Adele coronarono il loro sogno d’amore e convolarono a nozze a Livigno, ma per qualche anno tornarono a lavorare in Svizzera. Hanno avuto la fortuna di condividere 46 anni di matrimonio allietati dalla nascita di ben otto figli: Aldo del ’52 (deceduto), Albertino ’53, Pierina ’55, Marina ’56, Giacomina ’58, Claudia ’60, Sergio ’64.

Il bar

Dieci anni dopo l’ultimo genito è nato anche il bar di famiglia. Chicco e Adele infatti aprirono il Bar Sant’Agata, tutt’ora in funzione. I taglieri di salumi per i turisti tedeschi preparati da Adele sono ancora ricordati in loco. Ma il bar non era l’unica occupazione oltre alla famiglia numerosa. C’era anche la tea, l’alpeggio sul quale portare gli animali nella bella stagione, che Adele raggiungeva con un cammino di un quarto d’ora a piedi per mungere e fare il formaggio. Ora i discendenti hanno la fortuna di poter imparare la storia di Livigno ascoltando i racconti della super nonna.

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