L’angoscia di Bormio
Sono già sei i morti
su 23 persone infette

Anche la storica infermiera Luciana Fumagalli. Prima di lei se n’era andato Marco Pozzi, 69 anni

Sei decessi su ventitrè casi di coronavirus accertati fino a ieri sera nel Comune di Bormio. Un bilancio pesantissimo, quello registrato nella Magnifica Terra. Il numero di persone che rimangono in isolamento domiciliare - questo il dato diffuso venerdì sera dal primo cittadino Roberto Volpato - perché entrate in contatto con pazienti positivi, è pari a dieci.

«Ribadisco fermamente - dice il sindaco - l’obbligo di restare a casa e di uscire solo nei casi di estrema necessità: è l’unica nostra difesa per arginare l’epidemia e arrestare i contagi. Alle famiglie che stanno vivendo il lutto per la perdita dei propri cari esprimo la mia vicinanza e partecipazione al loro dolore».

E l’elenco è purtroppo davvero lungo con – in ordine cronologico – “l’ infermiera”, all’anagrafe Luciana Fumagalli, classe 1947, persona dinamica e sempre pronta per gli altri, una vita spesa per il sociale, anche tra le mura dell’ospedale ma pure fuori dove, in prima linea, ha fondato la sezione Aido di Bormio e Valli.

Poco prima di lei, sempre a Bormio, se n’è andato Marco Pozzi, 69 anni, una persona disponibile, solare, attenta ai bisogni altrui. . Nei giorni scorsi il coronavirus, sempre a Bormio, si è portato via Marco Giacomelli, Ermanno Compagnoni, Valerio Pedranzini e Luigi Dei Cas. Per tutti, stante le attuali disposizioni emesse per arginare il contagio da coronavirus, nessun funerale ma una messa esequiale al termine dell’emergenza.

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