La morte della dottoressa Volontè
Sanità e politica cittadina in lutto

Era stata direttore della prevenzione medica. Ora si dedicava alla famiglia e ai nipoti Era stata direttore della prevenzione medica Ora si dedicava alla famiglia e ai nipoti

Una donna dolce e, insieme, determinata. Un vita nella e per la sanità pubblica della nostra provincia, per la propria famiglia, il marito Enzo Gianoncelli, le figlie Arianna, medico di medicina generale a Montagna e a Sondrio, e Francesca, e i nipoti Samuele e Massimiliano, e per la comunità, dato che, l’impegno in politica e in amministrazione, nel capoluogo, nella fila del centro sinistra non è mancato.

È riuscita ad adoperarsi in molte direzioni e a farlo bene, come piaceva a lei, Maria Cristina Volontè, 71 anni, di Sondrio, mancata sabato scorso, alle 14, nella propria abitazione di via Stelvio, situata proprio di fronte a quello che, per anni, è stato il suo luogo di lavoro.

Il dipartimento di Prevenzione medica dell’Ats della Montagna, allora Asl, in cui ha operato, come suo direttore, fino al 2010, anno in cui ha optato per la pensione. Ritirandosi in una dimensione privata fatta di tante attenzioni alla propria famiglia, al marito, alle figlie e ai nipoti.

Anche se, per anni, Maria Cristina Volontè è stata un personaggio cardine nella sanità pubblica valtellinese e valchiavennasca e ha preso parte attiva alla vita politico-amministrativa, locale, e non solo, militando nelle fila del centrosinistra, in particolare in area Psi e Pd.

«A 42 anni è stata anche candidata alla Camera dei deputati, nelle fila dei progressisti - ricorda il marito Enzo -, e nei primi anni Novanta è stata capogruppo in consiglio comunale, a Sondrio, del Psi. È stata anche direttore sanitario dell’Avis di Sondrio e il suo impegno in campo sanitario è sempre stato massimo. Una donna - conclude il marito Enzo - che non ha mai messo in piedi in testa a nessuno, ma nemmeno se li è mai fatti mettere».

Era una donna forte, del resto, Maria Cristina, diretta e decisa. Così la ricorda anche il fratello Ottorino, medico di medicina generale a Grosio, che insieme alle sorelle Giovanna ed Enrica l’ha salutata, lunedì, nel funerale tenutosi in Collegiata a Sondrio, cui è seguita la cremazione e la deposizione delle ceneri nella tomba della famiglia Volontè, in cimitero.

«Già in sede di esame di maturità, il presidente di commissione - ricorda Ottorino - l’aveva definita una “capo popolo” perché attorno a sé, all’interrogazione, aveva tutta la classe. Un aneddoto ricorrente, questo, in famiglia».

Ed è con l’ardore e il coraggio di sempre che Maria Cristina Volontè ha combattuto contro la malattia che ha scoperto un anno fa. E che nell’ultima settimana ha avuto una progressione inarrestabile.

Molti gli attestati di stima nei suoi confronti e, ad esprimersi, anche Ezio Trabucchi, presidente del movimento “Rinascita Morelli autonomo”. «Appartenenze politiche diverse, ma sempre stima e un’amicizia sincera e reciproca. Riposa in pace, cara Maria Cristina», ha scritto su Facebook.
E. Del.

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