Incendio in Kenia, Michela è morta

La tragedia La cugina del panettiere di Grosotto, Mattia Ghilardi, era stata ricoverata in prognosi riservata. Erano in vacanza a Watamu - Lui dovrebbe tornare in Italia venerdì per essere ricoverato al Niguarda

Le sue condizioni erano gravissime e, purtroppo, sono peggiorate ulteriormente nella notte tra martedì e mercoledì; ieri mattina, dopo giorni di agonia, il suo cuore ha smesso di battere. La notizia della morte di Michela Boldrini, la turista bergamasca di 39 anni ricoverata da sei giorni all’ospedale Aga Khan di Mombasa, in Kenya, in seguito all’incendio del resort di Watamu Barracuda Inn nel quale era in vacanza, ieri è arrivata anche in Valtellina.

Le mamme al telefono

È stata la mamma della donna, che ieri mattina alle 7 era riuscita ad arrivare in Kenya per stare vicino alla figlia, a chiamare i parenti di Grosotto, in particolare la cognata, ossia la mamma di Mattia Ghilardi, il panettiere 36enne cugino di Michela e che con lei si trovava nel resort.

«Mi ha chiamato stamattina (ieri per chi legge) - racconta Laura Ghilardi - ed è riuscita solo a dirmi che Michela era morta. Non sappiamo altro per il momento, nemmeno sul rientro della salma. Sappiamo solo che Michela non c’è più».

È un momento drammatico per la famiglia grosottina, che ha ricevuto la notizia che sperava di non ricevere mai e, intanto, è in apprensione per Mattia. Lui è fuori pericolo, ma non è possibile avere informazioni precise sulle sue condizioni di salute.

«Venerdì mattina dovrebbe rientrare in Italia - spiega la mamma del giovane panettiere - e verrà trasportato all’ospedale Niguarda. Ha ustioni di secondo grado su gambe e braccia, il viaggio di 10 ore non sarà certo semplice. E da qui non riusciamo a sapere con certezza la gravità delle sue condizioni, solo quando potremo vederlo e parlare con i medici potremo capire di più».

Proprio nell’ultimo giorno della settimana di vacanza nel villaggio turistico del Kenya, gestito da italiani, Ghilardi e la cugina sono rimasti feriti. Erano al mare quando da lontano hanno visto il villaggio prendere fuoco. Mentre gli altri ospiti lasciavano la struttura cercando di mettersi in salvo in mare, i due cugini nel tentativo di recuperare i documenti si sono recati verso la reception. Una scelta fatale, visto che nel volgere di pochi istanti sono stati imprigionati dal fuoco e dal fumo.

Era molto grave

Michela Boldrini, originaria di Adrara San Martino e residente a Sarnico, in provincia di Bergamo, era apparsa da subito in condizioni gravi. Ricoverata in terapia intensiva, ha sviluppato complicazioni e si è aggravata giorno dopo giorno. La madre della 39enne è atterrata ieri mattina nella città keniana, assistita dall’ambasciata d’Italia che, attraverso il Consolato onorario, ha seguito fin dall’inizio la vicenda in contatto con le autorità locali. Proprio nelle scorse ore, dall’ospedale, e poi dalla famiglia e dall’agenzia viaggi che aveva organizzato il soggiorno, era stato lanciato un appello social per trovare sangue per salvare la donna. In molti avevano risposto, ma purtroppo non è bastato per salvarle la vita.

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