In 1.300 alla festa di San Giovanni. «Partecipazione da record»

Bilancio In coda fino alle 22 per i piatti della tradizione. Gli Amis de San Giuan hanno lavorato senza sosta. Bottoni: «Siamo arrivati al limite con le scorte di cibo»

Il presidente degli Amis de San Giuan, Flavio Bottoni, non lesina le parole: «È stato un delirio. Una lunga fila di commensali fino alle 22 passate».

Il riferimento va al grandioso successo della “Festa di San Giovanni” che l’associazione della frazione tellina ha tenuto dal 24 al 26 giugno in occasione della ricorrenza patronale.

Dopo due anni di stop, la manifestazione a Cà di Scranz ha aperto la stagione delle sagre ed, evidentemente, la voglia di mangiare e stare in compagnia è stata preponderante.

Bottoni tiene a precisare innanzitutto che «il fulcro» della tre giorni è stato il rispolvero delle tradizioni sacre e profane. Prima della festa gli abitanti sono stati coinvolti nella raccolta delle erbe curative e propiziatorie di San Giovanni poi riunite in serti da benedire e distribuire. E così questi serti erano presenti sui banchi in chiesa dove l’amministratore parrocchiale, don Mario Simonelli, ha celebrato la messa ricordando la figura di San Giovanni e il potere di queste erbe. Al fianco di don Mario anche i parroci di Teglio don Francesco Quadrio e di Tresenda e San Giacomo don Stefano Rampoldi.

Tutto esaurito

Venerdì, quindi, è partita la festa con la cena con menù saraceno (sciatt, pizzoccheri, bresaola e torta saracena) a numero chiuso. In tutto 240 i posti prenotati.

Sabato sera e domenica a pranzo, invece, eccolo lì il «delirio» annunciato da Bottoni: «Ci aspettavamo tanta gente, ma non così - afferma il presidente - Erano le 22 di sabato quando abbiamo visto ancora una lunga fila di persone che volevano cenare, tanto che siamo arrivati al limite con la scorte di ingredienti e, per il pranzo di domenica, siamo dovuti andare a recuperare quanto serviva per pizzoccheri e polenta taragna».

«La nostra è la prima sagra dell’estate - prosegue Bottoni - dunque ci sta che ci fosse voglia di partecipare dopo la pandemia. Abbiamo notato che la gente desiderava proprio stare insieme, mangiare, divertirsi, ballare con l’orchestra che ha suonato». In tutto nei due giorni un migliaio i convitati, oltre ai 240 del venerdì.

I volontari

E c’è un altro aspetto da rimarcare: lo spirito di volontariato. «Temevano di faticare a ricostruire il gruppo dopo due anni di fermo a causa del Covid - sempre Bottoni - invece lo zoccolo duro di una decina di volontari non molla e abbiamo avuto l’innesto di tanti giovani tanto da arrivare, durante la sagra, ad una quarantina di volontari. I giovani vanno dai 14 anni in su e hanno compiti diversi, anche quello di pulire i tavoli, perché anche questo si fa in sagra».

I fondi raccolti

Infine lo scopo sociale della manifestazione. Ogni anno con la Festa di San Giovanni e poi con la Sagra degli sciatt di agosto gli Amis raccolgono fondi per il paese. Quest’anno il denaro servirà per migliorare il parco giochi che comincia ad aver bisogno di nuove strutture ludiche per i bambini, per sostenere le spese della parrocchia e per portare a compimento la sede del sodalizio all’interno dell’ex palazzo scolastico di San Giovanni.

«Abbiamo già firmato prima del Covid la convenzione con il Comune, ma siamo rimasti bloccati con alcuni lavori per rendere agibile la sede, come il rifacimento del bagno e le opere murarie, che intendiamo effettuare al più presto», chiosa Bottoni.

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