Impianto irriguo, è lite. «Aprica lasci Tirano e vada in Valcamonica»

Il caso Comunità montana, il presidente replica a Corvi che lo aveva accusato di essersi mosso tardi sul progetto «Non ha le nostre priorità, a questo punto lasci l’ente»

«Il Comune di Aprica non ha le stesse priorità rispetto al resto del mandamento di Tirano. Allora che si unisca alla Valcamonica. Promuova pure un referendum per passare con la Cm camuna». Risponde con una provocazione il presidente della Comunità montana di Tirano, Gian Antonio Pini, alle critiche del sindaco di Aprica, Dario Corvi, sulla gestione della domanda tiranese al bando per le Green Communities.

Secondo Corvi, la Cm si è mossa tardi nel redigere un progetto di impianto irriguo e quando l’ha presentato per avere l’adesione dei Comuni, quattro dei dodici (Lovero, Tovo, Mazzo e Vervio) hanno detto no, in quando avevano già appoggiato un altro progetto insieme ad Aprica e a cinque Comuni della Valcamonica per l’ecobike park del Mortirolo. Il resto è storia con polemiche a non finire e la sollevazione dei frutticoltori. Intanto, lo precisiamo, la Cm il 10 agosto ha presentato il suo progetto.

Il bando Green Communities

«Il 16 giugno abbiamo tenuto il primo incontro per affidare l’incarico di consulenza per le Green Communities, anche Mazzo era presente - puntualizza Pini - È vero che inizialmente si pensava di partecipare con le Cm di Sondrio e Morbegno, ma quando è risultato impossibile allora abbiamo proseguito con un nostro progetto. Corvi dice che aveva dato la parola alla Valcamonica. Sono sei mesi che non piove, credo che la priorità sia un impianto irriguo, non un bike park».

Pini affonda ancor più il coltello: «Un sindaco deve mettere davanti a tutto gli interessi dei cittadini e non beghette politiche. Il bando delle Green Communities, vincolerà i Comuni che hanno seguito il percorso con la Valcamonica a proseguire con essa anche per i futuri bandi. Non è che una volta si viaggia con una Cm e una volta con un’altra. Dal mio punto di vista Aprica e gli altri Comuni saranno obbligati a presentarsi con la Valcamonica anche in futuro e, in questo modo, penalizzeranno fortemente la Cm di Tirano».

Qui la stoccata: «Tanto vale che Aprica si leghi alla Cm della Valcamonica; non ha senso stare con noi.

In ogni caso consiglierei a Corvi di parlare meno e partecipare di più alle riunioni. All’incontro per gli usi delle acque sulle derivazioni era assente, si parlava non solo di agricoltura, ma anche di innevamento».

Le risposte punto per punto

E ancora i «Comuni penalizzati a prescindere dall’esito del bando della Green Communities sono Grosio e Grosotto, perché non sono confinanti con gli altri che avevano aderito all’impianto irriguo. Sarebbe bastata la volontà di Vervio, che confina con Sernio e Grosotto, per prendere punteggio in graduatoria. Facendo questa operazione Mazzo avrebbe privilegiato il progetto della Cm di Tirano, di cui aveva riconosciuto la bontà». Per quanto riguarda il suggerimento di Corvi di attivarsi con il Piano di sviluppo rurale per poter ottenere le risorse per un impianto irriguo, Pini risponde: «Ovvio che quando il Psr sarà pronto, lo saremo anche noi. Ma non se ne parlerà prima del 2024. Intanto partecipiamo a tutti i bandi. In questo momento la Cm di Tirano ha in essere sul Pnrr piccoli Borghi 5 milioni di euro e per l’ufficio di piano 2,2 milioni, per gli Emblematici maggiori Fondazione Cariplo 2,5 milioni e ha ottenuto da Regione 2 milioni per la pulizia dell’Adda». In relazione alla stabilità della Cm, secondo Corvi precaria «con sei Comuni da una parte e sei dall’altra», il presidente replica: «Questo lo dice lui. Se si dovesse arrivare in assemblea davvero con sei contro sei, sarei il primo a dimettermi».

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