«Il rischio assembramenti
ora c’è nelle località turistiche»

Timori nelle località di villeggiatura. Si attrezzano percorsi per consentire le passeggiate

Il dubbio che la cura anti Covid possa rivelarsi peggiore della malattia incombe, ed induce sindaci ed operatori delle maggiori località turistiche di casa nostra, a prevenire, per quanto possibile, le complicazioni del caso.

«Il fatto che i turisti non possano riversarsi sui nostri comprensori sciistici, ampissimi, perchè parliamo di 50 chilometri di piste - afferma Dario Corvi, sindaco di Aprica - significa che sussiste il pericolo si concentrino in paese, con gli eventuali assembramenti del caso. Questo è il punto. Tuttavia, noi, ad Aprica, abbiamo già messo a punto una strategia di accoglienza alternativa».

Timori

Dubbio manifestato anche da Marco Cola, presidente dell’Associazione turismo e commercio di Livigno, forte di 250 associati, fra alberghi, ristoranti, bar e negozi, per il quale, la chiusura degli impianti non costituisce la panacea di tutti i “mali Covid”.

«Chiaro, non si può pensare che, da parte governativa, vengano prese in esame le singole realtà con le altrettanto singole caratteristiche - ammette -, tuttavia, qui siamo al parodosso, perché Livigno è una di quelle località, rare, in cui c’è un’offerta di impianti di risalita talmente variegata (13 le società gerenti, nda), che ipotizzare code e assembramenti in accesso è, davvero, poco plausibile. In pratica uno sciatore, esce dal proprio albergo (106 quelli esistenti, 70 gli associati ad Atc Livigno, nda), o dal proprio affittacamere o appartamento di vacanza e si ritrova a ridosso dell’impianto. E ci va, tranquillamente. Senza entrare in contatto con tizio e caio. Cosa che, invece, rischia di accadere ora, in assenza della valvola di sfogo dello sci su pista battuta, dato che le persone si riversano in strada».

Proprio per scongiurare questo stato di cose, cioè gli assembramenti da passeggio in centro alle principali località turistiche di casa nostra, dei quali, tutti, sono un poco preoccupati, ci si sta ingegnando per predisporre un’offerta turistica alternativa.

E’ una vera e propria rivoluzione, quella in atto nelle nostre località sciistiche, per assicurare una fruizione alla portata di tutti della nostra montagna. Resa ancora più impegnativa dal fatto che battere queste piste significa spostare metri cubi di neve. Un lavoraccio. Cui, tuttavia, in molti si stanno dedicando.

Livigno è attiva, da giorni, su questo fronte, con chilometri di tracciati già pronti ed altri, in allestimento. «Abbiamo pensato a più tipologie di utenti - precisa Fabiano Monti, responsabile del progetto Free ride Livigno - ripulendo buona parte della ciclabile estiva e rendendola fruibile per il passeggio nei tratti dove non c’è il pericolo valanghe».

«Poi, abbiamo battuto percorsi innevati nel fondovalle, per camminate, ciaspolate e fat bike, ancora, abbiamo percorsi, cosidetti, verdi, per sole ciaspole e fat bike, più dentro il bosco, e percorsi arancio-blu di sci-alpinismo, o puro, o con discesa in paese sulle piste battute per gli allenamenti degli sci club». Una vasta gamma di alternative allo sci di discesa, quindi, e anche al solo shopping nelle vie del centro.

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