«Il lupo è presente, ma non in branco»

Le stragi di bestiame Dopo la segnalazione delle aggressioni in Val Zebrù in cui sono state sbranate sette pecore. Corlatti: «Dalle fototrappole non è così». Pedrotti: «Invitiamo la comunità a fornire informazioni in tempo reale»

La presenza sporadica del lupo nel territorio del Parco dello Stelvio è una realtà, ma non è mai stata registrata quella di un branco stabile. Dopo la segnalazione da parte di alcuni allevatori di predazioni in Val Zebrù, dal Parco arriva una comunicazione puntuale e precisa sulla situazione finora rilevata.

Monitorati

«A partire dal 2019 oltre cinquanta fototrappole posizionate fra Bormio e il Passo Gavia, permettono agli operatori del Parco una verifica in costante aggiornamento della presenza di fauna selvatica presente sul territorio – spiega il ricercatore Luca Corlatti -. Da tempo abbiamo verificato la presenza sporadica, ancorché per periodi prolungati, di individui di lupo sul territorio e abbiamo accertato diverse predazioni a carico del lupo, ma di fatto non abbiamo mai registrato fino ad ora, con nessuno strumento di monitoraggio a nostra disposizione (fototrappole, segni di presenza, segnalazioni) la presenza di un branco stabile con cuccioli».

«Non abbiamo alcuna evidenza quindi della presenza di un branco di otto lupi - aggiunge -. Fra le azioni del Parco dedicate al monitoraggio della presenza del lupo, inoltre, c’è anche la verifica da parte di personale formato, delle predazioni». Per quanto riguarda quelle denunciate lo scorso fine settimana da un allevatore e rifugista della Valfurva, dal Parco precisano che la denuncia è arrivata tempestivamente alla squadra che recatasi sul posto è stata accompagnata a verificare la predazione, però, su un solo capo di bestiame (l’allevatore racconta di altre 7 capre uccise), su cui il personale incaricato ha effettivamente riscontrato i segni di predazione tipici del lupo.

«Da tempo abbiamo accertato la presenza di un branco nei pressi del Passo Gavia, in alta Valcamonica – aggiunge Luca Pedrotti, coordinatore scientifico del Parco dello Stelvio - è quindi del tutto naturale pensare che in Valfurva in tempi brevi possa formarsi un nuovo branco, ma finora non abbiamo mai avuto alcun segnale di presenza di un branco stabile in questa zona, solo di qualche singolo animale di passaggio».

«Nel caso in cui la presenza di un nuovo branco venga accertata - prosegue - il Parco ne ha sempre dato comunicazione tempestiva attraverso segnalazioni sul sito o alla stampa, questo proprio nell’ottica che una comunicazione chiara e trasparente da parte del Parco metta in grado gli operatori e la comunità di agire in maniera tempestiva ed efficace nella prevenzione e nella gestione».

Proprio sulla comunicazione il Parco vuole porre particolare accento.

Collaborazione

«Invitiamo quindi la comunità a segnalare tempestivamente segni di presenza del lupo e predazioni - si legge nella nota diffusa nella giornata di ieri - in maniera che queste possano essere verificate e si possa restituire un quadro chiaro della presenza di questi animali sul territorio. Questa collaborazione fra Parco e comunità è l’unico strumento veramente efficace per costruire strategie di mitigazione e prevenzione che siano davvero costruite sul territorio. La precisa scelta di trasparenza comunicativa e lo sforzo di ricerca fatti dal Parco per monitorare la presenza del lupo sul territorio, fanno si che una corretta informazione risulti cruciale nel garantire l’efficacia delle misure di prevenzione e per affrontare al meglio la presenza di questi animali sul territorio».

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