Grosio, caccia all’autore delle minacce

Il casoIl sindaco Pini ha presentato denuncia. In Procura la lettera anonima («Potrebbe arrivargli una fucilata») L’episodio legato alla posizione “morbida” sul destino dell’ospedale Morelli. Molte le telefonate di vicinanza

Non si parlava d’altro ieri, a Grosio. Della lettera minatoria inviata al sindaco Gian Antonio Pini per la sua posizione “morbida” nei confronti dell’ospedale Morelli. I carabinieri hanno avviato le indagini per risalire agli autori della lettera anonima recapitata lunedì pomeriggio allo scrivente, in cui Pini è stato minacciato perché accusato di voler chiudere l’ospedale Morelli di Sondalo. Accusa che il sindaco aveva tra l’altro già respinto, spiegando invece le scelte dell’ amministrazione comunale a difesa del Morelli.

Telefono rovente

Telefono rovente ieri mattina quello di Pini. Appena letto sul nostro giornale delle minacce che il sindaco di Grosio ha ricevuto («Ti spariamo») in una lettera di un fantomatico “Comitato Grosino per il Morelli composto da grosini delusi ed incazzati” come si sono definiti gli autori, in tanti - amministratori e non - hanno iniziato a chiamare Pini che riveste anche l’incarico di presidente della Comunità Montana di Tirano. «Una solidarietà che mi ha fatto molto piacere»- ha detto il diretto interessato, che ha trascorso la giornata di ieri nel suo ufficio in municipio lavorando.

La lettera al momento è stata ricevuta solamente da chi scrive ma non dagli altri destinatari indicati sulla missiva: oltre al sindaco, lo scritto è stato infatti indirizzato per conoscenza anche al prefetto, Salvatore Rosario Pasquariello.

In mattinata Pini ha sporto denuncia contro ignoti ai carabinieri di Sondalo davanti al maresciallo capo Francesco Falusi. Ai carabinieri è stata consegnata la busta che lunedì pomeriggio verso le 15 chi scrive ha trovato nella cassetta postale. La busta con la lettera è stata inserita in una busta più grande, probabilmente per fare aggiungere impronte digitali. Il materiale è stato trasmesso in Procura e le indagini per risalire agli autori della lettera di minacce sono iniziate anche se non sarà facile risalire agli autori.

Lo stile

La lettera è stata scritta al computer e nella parte finale dopo le minacce (“Nel periodo della caccia in Valgrosina una fucilata casuale potrebbe arrivargli ad una gamba”) è stato usato lo stampatello per rafforzare il concetto che questo fosse un messaggio “amichevole” ed i successivi sarebbero stati di altro genere. Uno stile da minaccia mafiosa, insomma.

Ovviamente top secret le indagini, anche perché se è vero che in paese ci fosse un certo malcontento per le scelte di Pini e dell’amministrazione comunale sul Morelli è anche vero che nessuno avrebbe mai potuto immaginare che la contestazione potesse sfociare in un episodio che è stato fortemente condannato.

Il pensiero della gente

Il concetto espresso da tanti cittadini è così riassumibile: si può anche non essere d’accordo con l’atteggiamento assunto dal sindaco sulla questione Morelli, è stato sicuramente un dispiacere non vederlo alla manifestazione di Sondalo a difesa dell’ospedale, ma non si può arrivare a certi punti.

Rispetto al solito ieri ci sono stati più passaggi in paese da parte delle Forze dell’Ordine. Questa pare la prima azione adottata dopo l’episodio o. Mai nella storia di Grosio si era arrivati a certi punti. Fino a lunedì pomeriggio questo era il paese di chi sbraita all’osteria o in piazza ma poi non sale mai le scale del municipio per un confronto diretto col sindaco. Poi una lettera che è stata condannata dall’intera comunità. La popolazione Grosio non si riconosce in quelle minacce, neanche coloro che non hanno votato l’attuale sindaco.

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