Gita del Grest a Bormio, stanno male in cento. Indaga Ats: è mistero sulle cause

Ragazzi e accompagnatori con febbre alta e vomito. «Nessuna ntossicazione e legionella improbabile»

Si esclude l’intossicazione alimentare, di Covid non si tratta e l’ipotesi legionella risulta remota: non si sa cosa sia successo a un centinaio tra ragazzi e adulti bresciani che si trovavano a Bormio per una vacanza con il gruppo del Grest e si sono sentiti male, febbre alta, vomito e tosse.

Il gruppo, composto da giovani, animatori e adulti accompagnatori, provenivano da Brescia, per la precisione dall’oratorio del quartiere Violino, sono arrivati a Bormio 2000, al campo hotel Girasole in località Bucellina, il 23 luglio per una settimana in Alta Valle.

«Dopo qualche giorno dall’arrivo - racconta Michela Poinelli, mamma di uno dei bambini che hanno partecipato alla piccola vacanza in montagna - oltre la metà dei componenti ha iniziato a stare molto male, febbre a 40 e vomito, ed entro la fine della villeggiatura praticamente tutto il gruppo è stato contagiato. Ma non si capisce bene cosa sia successo». La mamma precisa poi che i ragazzi sono sempre rimasti in quella struttura, a esclusione di un’unica gita a un rifugio a circa 3mila metri di quota.

«I ragazzi - prosegue - hanno descritto la struttura come fatiscente e molto sporca. Forse anche per questo il dubbio che è sorto subito al pronto soccorso degli Spedali civili di Brescia, dove sono stati portati bambini e adulti che si sono sentiti male, è stato che a provocare i sintomi possa essere stato il batterio legionella, tanto che a tutti è stato prescritto un antibiotico».

Di risposte certe, però al momento non ce ne sono, ma Michela Poinelli, così come gli altri genitori, vuole sapere cosa è accaduto.

«L’Asl di Brescia non entra nel merito della vicenda poiché il territorio non é di loro competenza - spiega - In quanto mamma di uno dei partecipanti, che ha tutt’ora febbre e tosse pazzesca, credo di meritare delle delucidazioni e delle risposte, voglio sapere cosa possono avere contratto. Per ora sappiamo che non si tratta di Covid, in quanto più di 80 bambini ai test sono risultati negativi. Vorrei da parte dell’Ats la dimostrazione e i referti sull’hotel e sull’acqua usata per le docce e bevuta ai pasti, oltre a un controllo al rifugio dove sono stati una giornata».

«L’Ats della Montagna si è subito attivata per ciò che la riguarda, perché i ragazzi sono stati presi in carico a Brescia - fanno sapere dall’Agenzia di tutela della salute, contattata in merito alla vicenda - Al momento si esclude l’intossicazione alimentare. I sintomi erano febbre e tosse, sono stati sottoposti a tamponi per il Covid 19 e sono risultati tutti negativi. Ats ha effettuato i prelievi per verificare la salubrità delle acque della struttura, siamo in attesa dei risultati, ci vorranno dieci giorni, per escludere l’ipotesi legionella che appare, comunque, poco probabile».

A far pensare che non si tratti del batterio legionella ci sono i sintomi, diversi da quelli classici, ma anche il fatto che il problema non si sia presentato prima, visto che nella struttura già in precedenza sono stati ospitati gruppi di persone e nessuno si è sentito male.
S. Zam.

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