Dona un rene al fratello e gli salva la vita

Grosio Renzo Sala era in attesa di un trapianto da anni, Francesco ha preso la decisione senza avvisarlo. «Non sono un eroe, ho fatto quello che il cuore mi ha suggerito». L’intervento il 23 dicembre, stanno entrambi bene

Brillano di una luce particolare gli occhi di Renzo e Francesco Sala. Sono il ritratto della felicità i due fratelli di Grosio, protagonisti di un’autentica favola di Natale, generata da quello che si chiama amore fraterno.

Nei giorni di dicembre, nei quali il verbo più usato è donare, Francesco, 57 anni, ha fatto il dono più bello a Renzo, 55 anni: quello di un rene.

La lunga malattia

Da tre anni il più giovane dei due, barista molto noto anche in provincia per la sua passione per la Juventus, era costretto a convivere con la dialisi per fare funzionare il suo unico rene che si era ammalato. Era in attesa di trapianto da un paio di anni, ma il donatore non arrivava e allora Francesco, stanco di vedere il fratello fare i conti con una quotidianità di sofferenza per la malattia, ha deciso il gesto più naturale.

«Non lo si enfatizzi, non sono un eroe, ho solamente fatto quello che il cuore mi ha suggerito - afferma Francesco -. Mi sono informato sui rischi ai quali andavo incontro rimanendo con un solo rene, ma quando i medici mi hanno rassicurato sulla mia salute, non ho avuto dubbi. Ho voluto aiutare mio fratello, non avrei mai voluto avere rimorsi per non averlo fatto. La mia famiglia ha immediatamente capito, rispettato e condiviso la mia scelta».

Gli esami per la compatibilità

Un cammino di un anno quello che ha portato Francesco a poter donare. «Senza dire nulla a Renzo, mi sono rivolto alla dottoressa Alessandra Masa della Nefrologia di Sondrio, che lo curava, e le ho spiegato le mie intenzioni. Non ho detto nulla a mio fratello perché non volevo creargli false illusioni. Sono stato sottoposto a tantissimi esami medici completi. Poi ci sono stati anche vari incontri con gli psicologi e in ultimo con il magistrato per il nulla osta del Tribunale di Padova».

Quando ormai la meta era vicina, ovviamente è stato coinvolto anche Renzo, che non potrà mai dimenticare quel giorno: «Quando Francesco mi ha detto che aveva deciso di donarmi il rene ovviamente ero felice - racconta Renzo -, però non mi sono illuso perché sapevo che dal quel momento il cammino era ancora lungo e avremo dovuto essere certi della compatibilità del trapianto, arrivata il 13 dicembre. Però, fino a quando sono entrato in sala operatoria, non ci potevo ancora credere». Poi all’ospedale di Padova finalmente è spuntata l’alba di quel fatidico 23 dicembre 2022.

Il lieto fine

Dapprima alle 7.30 ha varcato la sala operatoria Francesco, Renzo alle 10: alle 13.30 era terminato tutto. Dopo due giorni i fratelli hanno potuto riabbracciarsi.

Il ricovero di Francesco è durato solo qualche giorno, quello di Renzo una decina, come vuole la prassi in questi casi. «Mio è fratello è nato una seconda volta e per me è una gioia immensa», afferma Francesco con uno sguardo amorevole verso Renzo. Due fratelli uniti anche nel ringraziare i medici che li hanno curati: «Oltre alla loro bravura, li ringraziamo anche per la grande umanità che abbiamo ricevuto in corsia».

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