Don Filippo sarà un missionario
Nel suo futuro c’è il Mozambico

Grosio, il vescovo Oscar Cantoni domenica conferirà il mandato . Il sacerdote sarà di stanza nella chiesa di Nacala assieme ai comboniani.

Il vicario don Filippo Macchi, 39 anni a fine novembre, gli ultimi cinque passati a Grosio come anima dell’oratorio e supporto prima a don Renato Lanzetti e da un biennio all’attuale parroco don Ilario Gaggini, lascia Grosio per andare in missione. Avrebbe dovuto andare in Camerun, nel 2013 era sul piede di partenza ma questioni di ordine pubblico lo bloccarono; ora la sua Africa a distanza di sei anni, sarà il Mozambico, il nord del Paese, la parrocchia di Nacala.

Domenica a Como, nel Duomo, il vescovo Oscar Cantoni affiderà il mandato missionario a don Filippo. Il sacerdote di origine varesina sarà accompagnato dai fedeli di Grosio. Quella di domenica sarà la prima tappa del conto alla rovescia che scandirà i giorni fino alla partenza per il Mozambico che avverrà a primavera. In realtà don Filippo da ora in poi si assenterà parecchio da Grosio e, infatti, ad aiutare il parroco è già arrivato da alcune settimane il diacono di Ardenno don Gianluca Salini che dal giovedì pomeriggio alla domenica pomeriggio aiuta in parrocchia.

Don Filippo sarà sacerdote “fidei donum ” (ovvero un prete diocesano, inviato “ ad gentes ”, come collaboratore di una Chiesa sorella) nella nascitura missione diocesana in Mozambico. La sua meta dove opererà è nella chiesa di Nacala. «Mi farò aiutare dai padri comboniani, che sono là da 500 anni, e sarò ospite dei preti di un’altra diocesi, che vivono in una parrocchia nel territorio. È una sorta di progetto pilota quello che realizzo, nel quale sarà rilevante l’apporto dei laici. Nella mia visita in Mozambico lo scorso agosto ho trovato tanto entusiasmo, sarà un territorio moto vasto quello del quale sarò responsabile». Don Filippo, per prepararsi al Mozambico e alla sua nuova parrocchia, andrà in Portogallo per almeno un mese a imparare il portoghese, la lingua nella quale dovrà esprimersi e dialogare con i suoi nuovi fedeli. «Quella di Grosio è stata senza dubbio una bella esperienza per me, sia dal punto di vista strettamente umano sia da quella di cammino pastorale: ho trovato una comunità che mi ha sostenuto e ringrazio i parroci che si sono succeduti (don Renato e don Ilario) per la fiducia e lo spazio che mi hanno concesso nell’organizzazione dell’attività oratoriale, ma anche i veterani don Ezio Presazzi e don Bartolomeo Quetti, che dimostrano che non c’è limite di età per servire la Chiesa. Quella missionaria è un’esperienza che sognavo da anni ed ora è il momento di mettermi alla prova. I ragazzi sono dispiaciuti che io parta, io vorrei lanciare un messaggio di ottimismo sul futuro, un ottimismo che spesso manca».

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