Bormio, alberghi chiusi per il Giro
«Così si rischia l’autogol»

La denuncia di Gigi Negri: «Costretti ad andare sul lago di Como» L’appello agli operatori: «Fate un piccolo sacrificio per salvare l’immagine»

Rischia di trasformarsi in un clamoroso autogol a livello di immagine e promozione turistica dell’Alta Valle la tappa del Giro d’Italia che giovedì 22 ottobre porterà i ciclisti e la carovana rosa da Pinzolo ai Laghi di Cancano, in quella che è stata battezzata la tappa del Parco Nazionale dello Stelvio perché si svolge all’interno di questo stupendo scenario naturale.

Arrivano i ciclisti e gli addetti ai lavori, in totale duemila persone, ma gli alberghi di Bormio restano chiusi e quindi l’organizzazione, a meno di clamorosi ripensamenti degli albergatori bormini, è costretta a far dormire gli atleti e l’intero seguito sul lago di Como, in vista della successiva tappa che il giorno dopo l’arrivo a Cancano partirà da Morbegno.

«Capisco che a ottobre siamo fuori stagione ed è un periodo nel quale la stragrande maggioranza degli alberghi del Bormiese sia chiuso - afferma Gigi Negri che fa parte dell’organizzazione di Rcs e cura le tappe valtellinesi -. Per una sola notte gli alberghi sono costretti a richiamare il personale ed il cuoco e comprendo che possa essere un’operazione nella quale gli alberghi non ci guadagnano ma al massimo vanno in pari, ma è un sacrificio che chiediamo, quello di investire per un giorno. In questi anni sono stati molti gli investimenti delle istituzioni per lanciare il turismo legato al ciclismo in Alta Valle e gli investimenti hanno dato i loro frutti portando tanti appassionati, ora chiediamo agli operatori di investire per un giorno».

L’organizzazione sta passando al setaccio tutte le strutture alberghiere da Bormio in giù, ma la capacità totale nel settore ricettivo non permette di ospitare le 2000 persone che hanno la necessità di dormire in valle nella notte fra le due tappe valtellinesi.

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