«Apriamo ma stiamo attenti
Lo dobbiamo a chi non c’è più»

Francesco Inzirillo, chirurgo “prestato” al reparto Covid di Sondalo: «È la prova del nove. Non drammatizzare ma nemmeno sottovalutare»

«Dobbiamo stare all’erta, portare la mascherina e seguire scrupolosamente la regola del distanziamento sociale. Fare attenzione e non lasciarci andare troppo, è fondamentale. Lo dobbiamo a noi stessi, ma anche alla memoria di chi non c’è più».

L’invito giunge da Francesco Inzirillo, chirurgo toracico al Morelli di Sondalo, prestato ai reparti covid dall’11 marzo scorso, per sua scelta, su richiesta pervenutagli dall’infettivologa, dottoressa Chiara Rebucci, anche se, poi, assicura, «tutti siamo stati cooptati nel centro covid, perchè il Morelli ha subito una trasformazione radicale».

Ha ospitato fino a 230 pazienti al giorno, 667 dall’avvio dell’attività, il 2 marzo scorso, ora scesi a 104.

L’emergenza si è di molto ridimensionata ma non dobbiamo abbassare la guardia. Noi, qui, al Morelli, siamo un po’ scottati da quanto vissuto, per cui siamo pronti a tutto. Speriamo tanto non ci siano ricadute e, devo dire, che, al momento le premesse per un’ondata di ritorno non sembrano esserci. Temevamo che l’apertura del 4 scorso potesse sortire brutti effetti, che, invece, non ci sono stati, per cui è corretto non drammatizzare. Continuare a procedere con gradualità, come abbiamo sempre fatto, ed evitare gli assembramenti.

La ripartenza di oggi, più impattante, sulla carta, sulle dinamiche del contagio. cosa può dire da medico?

Siamo alla prova del nove, anche se il bilancio potrà essere fatto solo a fine mese e coi primi di giugno Va anche ricordato che il virus, essendo della famiglia di quelli influenzali, fa più danni nei periodi freddi, mentre dovrebbe risultare meno virulento in estate.

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