10 morti in 3 giorni
L’allarme non scende

L’allerta rimane alta in tutta la Valtellina anche se scende il numero dei ricoverati negli ospedali. Saporito, direttore Asst: «Purtroppo c’è ancora chi esce senza la mascherina o lasciando scoperto il naso»

Scende il numero dei ricoverati negli ospedali della provincia di Sondrio, ma si continuano a registrare decessi legati al Covid-19, dieci in appena tre giorni, e la preoccupazione all’interno del nosocomio Morelli di Sondalo, e non solo, non diminuisce.

È questo che emerge dall’aggiornamento di ieri dell’Asst Valtellina e Alto Lario, che due volte a settimana, all’inizio, il lunedì, e verso il termine, il venerdì, fornisce i dati relativi alla rete ospedaliera. L’aggiornamento, quindi, riguardano gli ultimi tre giorni.

Cinque uomini e cinque donne

Il numero dei malati covid-19 ricoverati nelle strutture ospedaliere della provincia di Sondrio scende a 157 rispetto ai 163 registrati venerdì scorso, sei in meno, di cui nove in Terapia intensiva.

Negli stessi giorni sono morte altre 10 persone, cinque donne e cinque uomini, di cui una nata negli anni Venti, sei negli anni Trenta, due negli anni Quaranta e una nata negli anni Cinquanta.

Una situazione che stride con gli scenari mostrati dai mass media, con moltissima gente che ha approfittato della zona gialla per spostarsi, mentre il coronavirus circola e i contagi continuano.

«Serve grande cautela - sottolinea il direttore generale di Asst ValtLario, Tommaso Saporito -: l’uso della mascherina a coprire naso e bocca è obbligatorio perché protegge dal contagio chi la indossa. Purtroppo ci sono ancora persone che escono di casa senza indossarla, oppure lasciando scoperto il naso, mettendo in pericolo loro stesse e gli altri: non deve succedere, non ci sono giustificazioni per coloro i quali non si attengono alle regole in una situazione così drammatica».

Non è raro il caso di utenti delle strutture sanitarie della provincia di Sondrio che si presentano all’ingresso sprovvisti di mascherina con gli operatori costretti a intervenire per fermarli e fornirne una da indossare. Nel mentre decine di medici, infermieri e personale socio assistenziale sono impegnati ogni giorno con i malati covid-19: una situazione di emergenza che all’esterno pare non essere recepita in tutta la sua gravità, anche se si moltiplicano gli attestati di stima e i ringraziamenti per lo straordinario lavoro che svolgono.

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