Si torna a Gallivaggio, ma non in chiesa. Ordinanza revocata dopo quattro anni

San Giacomo Filippo Conclusa la realizzazione del nuovo vallo a protezione delle case. Il provvedimento non riguarda il Santuario e le pertinenze, non ancora in sicurezza

Gallivaggio torna abitabile. Revocata l’ordinanza della primavera del 2018 che il Comune di San Giacomo Filippo aveva adottato a tutela dell’incolumità pubblica.

La conclusione dei lavori di realizzazione del nuovo vallo a protezione di case, infrastrutture e santuario mariano posti sotto la sponda sinistra della Vallespluga e il conseguente via libera dato in sede di collaudo hanno indotto l’amministrazione guidata dal sindaco Severino De Stefani a revocare parzialmente l’ordinanza di evacuazione del 14 aprile di quattro anni fa. Revoca parziale, perché il provvedimento non riguarda i beni di proprietà della Curia.

Santuario e opere collegate rimangono off limits perché ancora in attesa dell’avvio dei lavori di messa in sicurezza. Per il resto chi ha la casa a Gallivaggio può tornare a frequentarla, non sussistendo più pericoli. Si tratta di poche abitazioni, quasi tutte di villeggiatura. Ma anche di un ristorante stagionale posto lungo la statale 36 e chiuso da allora. Rimane tutto da vedere se ci saranno le condizioni per una riapertura quando arriverà la prossima estate.

Il nuovo vallo di protezione realizzato sfruttando il materiale franato è stato alzato di circa 7 metri rispetto a quello esistente prima della frana che tutti ricordano e che per alcune settimane aveva in pratica isolato l’alta Vallespluga.

Il prossimo passaggio riguarderà la statale 36. Attualmente è operativo un sistema di monitoraggio, che sarà comunque mantenuto anche dopo, sul versante con una operatività straordinaria gestita dalla Comunità montana. Anche qui si tornerà all’ordinarietà, con il sistema di controllo gestito da Arpa in collegamento con Anas come avviene per altri punti sotto osservazione. Anche vicini, come per la Val Genasca poco più a valle. Con la possibilità di avere la presenza continuativa delle persone nella zona, si potrà pensare all’intervento, già pianificato e bisognoso di ingentissimi investimenti, per la riqualificazione della zona del santuario. Un progetto da circa 6 milioni di euro complessivi e articolato in più fasi presentato a maggio 2019.

La prima fase riguarderà il ripristino strutturale del santuario, comprese le operazioni di messa in sicurezza degli intonaci, delle parti affrescate, stucchi distaccati dal sottostante supporto murario e riadesione delle parti crollate e recuperate. Si partirà con il rifacimento completo del tetto e con l’allontanamento delle acque meteoriche. Per il momento sul tavolo c’è un contributo garantito da Regione Lombardia per un milione di euro.

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