«Meki era gioioso e amava la natura»
Ha donato gli organi

Il dolore I familiari ricordano l’operaio morto sul lavoro residente a San Cassiano ma con le radici a Pianazzo Vivrà attraverso qualcun altro - Lascia moglie e due figli

Già nel pomeriggio di lunedì la vita di Domenico Sandalini, per tutti Meki, 53 anni, di Pianazzo di Madesimo, ma residente a San Cassiano frazione di Prata camportaccio, era appesa a un filo. Attive erano solo poche funzioni vitali, tant’è che si è diffusa anzitempo la notizia della sua morte, decretata invece dal punto di vista cerebrale ieri mattina alle 9,30.

Il dolore

È in quel momento che ogni speranza è venuta meno per la moglie Francesca Bongianni, per i figlioletti, Geremia, 8 anni, e Christopher, 5, per i suoceri e per le cognate, Paola e Barbara, per la famiglia d’origine di Domenico, formata da cinque fratelli e una sorella, di cui lui, Meki, era il più giovane.

Tutti hanno sperato e pregato fino all’ultimo che Domenico, forte e temprato com’era, ce la potesse fare.

È stato colpito al capo da una pianta che stava tagliando lungo una sponda della statale 470 per il Passo San Marco, all’altezza di Ortesida, ben prima di raggiungere l’abitato di Albaredo per San Marco, dove si trovava con altri colleghi della ditta di Campodolcino per cui lavorava da anni, e che si occupa di lavori di manutenzione delle statali della zona per conto dell’Anas.

«Ci hanno detto che una pianta appena tagliata si è spaccata a metà e una di queste parti ha colpito mio cognato Domenico - dice Paola Bongianni -, ma non siamo ancora riusciti a parlare con i colleghi presenti al momento dell’infortunio. Per cui non conosciamo i dettagli. È successo tutto in fretta, siamo corsi subito in ospedale a Brescia. Un brutto colpo per mia sorella, per tutta la nostra famiglia e per la famiglia d’origine di Domenico».

La donazione degli organi

Unica consolazione il fatto che gli organi del loro congiunto continueranno a vivere e a garantire la sopravvivenza o una migliore esistenza ad altre persone. Domenico aveva deciso, in vita, per la donazione degli organi, per cui, fra la serata e la notte di ieri, gli operatori sanitari degli Spedali Civili di Brescia, dove è stato trasportato dopo il sinistro, hanno effettuato il prelievo degli organi, dopodiché la salma è rimasta a disposizione dell’autorità giudiziaria, che ne ha disposto l’autopsia. Non è ancora chiaro se verrà effettuata subito oggi stesso o domani. Solo a esame autoptico effettuato, i parenti stretti riotterranno la salma e si potrà procedere alle esequie.

Comunità a lutto

Sconvolta, intanto, è tutta la comunità di San Cassiano, ma, ancor più, della Valle Spluga, dove Domenico ha vissuto fino a pochi anni fa, quando si è trasferito con Francesca e i bambini a San Cassiano.

È lutto stretto a Pianazzo, paese d’origine a Madesimo, a Campodolcino, dove per tutti il Meki era un’amico. Perché lui aveva sempre la battuta pronta «era il più gioioso di tutti noi fratelli», dice, con il nodo in gola, Beniamino Sandalini, fratello di Domenico, e titolare de “La Bicocca” di Pianazzo.

I ricordi

Impressa nella mente di tutti è una certezza, è l’immagine del Meki a bordo dello spazzaneve, perché la pulizia della statale 36 dello Spluga, soprattutto nel tratto della Val San Giacomo, era suo appannaggio esclusivo. «Lui amava stare all’aria aperta, in mezzo alla natura, quello era il suo mondo - assicura la cognata Paola -. Per hobby aveva la caccia e la pesca. Mancherà credo a tutti tantissimo, perché era una persona buona e di compagnia».

Dimostrazioni di affetto sono giunte ai familiari di Meki da ogni dove, via social e via sms, persino prima del tempo, tanto era diffuso lo strazio e generalizzata la partecipazione emotiva per quanto accadutogli.

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