Trippi, il viadotto non convince.«Progetto illogico, esagerato per pochi giorni di Giochi»

Montagna Molti dubbi in zona per lo svincolo della 38. «Rischiamo di buttare via i soldi per un’opera enorme che servirebbe soltanto per pochi giorni di Olimpiadi»

Tanti dubbi, pochissime certezze. O, meglio, nessuna sicurezza. Il progetto di fattibilità tecnica ed economica, presentato giovedì, del nuovo viadotto al Trippi al posto dell’attuale passaggio a livello, sta facendo parecchio discutere.

Per primi sono stati gli amministratori di Montagna in Valtellina, il comune più interessato dall’intervento, a manifestare qualche perplessità.

Dopo l’intervento di ieri del sindaco Barbara Baldini in merito a quello che può essere definito un «cerotto messo su una ferita che sanguina da tanto tempo», abbiamo voluto approfondire la questione con gli operatori del commercio della zona interessata.

Secondo i quali, in effetti, il primo cittadino «ha totalmente ragione. Le voci che girano, assieme ai primi progetti presentati, non sono certo rassicuranti per noi che viviamo e che lavoriamo qui», commenta Roberta De Marco, titolare dell’edicola alle porte di Sondrio.

Problema storico

«È un problema storico, davvero. Da trent’anni se ne parla, senza mai arrivare a una soluzione risolutiva. A mio parere è una follia mettere in piedi un’opera pensata soltanto in vista delle Olimpiadi 2026, senza tenere in considerazione le esigenze della gente che abita qui o che ha un’attività commerciale: noi, ad esempio, viviamo di passaggio e con un progetto del genere corriamo il rischio di rimanere tagliati fuori».

Nemmeno Mauro Nobili, del vicino negozio di servizi informatici mdLab, ha bene capito come andrà a finire questa situazione. «Aspetto a valutare quando avremo il progetto definitivo. Mi chiedo solamente se non si rischia di buttar via i soldi con un progetto che tornerebbe utile giusto per qualche giorno di Olimpiadi, mentre, per il resto, appare totalmente illogico. Specie se, un giorno, dovesse essere estesa la tangenziale».

Pure Christian Ambrosini, titolare dell’omonima concessionaria d’auto, sta cercando di capire «quale sarà il vero progetto. Bisogna considerare che, rallentando la circolazione in quest’area, i paesi limitrofi – Montagna Piano in primis, Piateda e Poggiridenti, nda – potrebbero ritrovarsi intasati dal traffico, anche di mezzi pesanti».

Senza dimenticare nemmeno «i possibili svantaggi di un’opera del genere, specie nell’accesso diretto alla città o in caso di incidenti stradali. Per me, una possibilità sarebbe mantenere sia la strada esistente, sia la nuova, così da consentire, tra l’altro, l’accesso in caso d’urgenza alle ambulanze per raggiungere l’ospedale in pochi minuti, evitando di fare il giro di mezza città». Basterebbe poco, «anche solo con una rotonda più avanti si potrebbe evitare di chiudere totalmente questo snodo».

«Qualcosa di più funzionale»

Insomma, «forse converrebbe pensare a qualcosa di più funzionale e soprattutto meno impattante», specifica Ambrosini, in pieno accordo con il sindaco Baldini. C’è poi da tenere in considerazione il tempo a disposizione. «Le Olimpiadi sono sicuramente un’opportunità preziosa per ottenere certi finanziamenti, ma – a mio parere – dobbiamo sempre avere uno sguardo più ampio, andando oltre il 2026», aggiunge.

«I dubbi sono sempre gli stessi», concludono Alice e Davide De Marco, titolari di “Mai dire bar”, all’altezza della rotonda incriminata del Trippi. «La priorità dev’essere realizzare un’opera come si deve, pensando al bene della zona. Fare qualcosa di utile solo per i Giochi olimpici sarebbe totalmente penalizzante».

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