Treno della neve, raddoppiati gli arrivi

Turismo Pinna (Consorzio Sondrio e Valmalenco): «Sabato 13 il picco con cento persone arrivate con la ferrovia». Stagione partita col botto - Più 9% di arrivi dall’estero, il 34% delle presenze in bed and breakfast o appartamenti

L’industria sci-neve è lontana dal vedere il tramonto. Perché nonostante tutte le riflessioni in essere circa il futuro dello sci, degli sport invernali e dei comprensori sciistici, per ora, le nostre stazioni continuano a vivere soprattutto di “montagna bianca”.

La conferma giunge dalla Valmalenco, che ha iniziato la stagione col botto, come la più parte delle nostre stazioni sciistiche, che vede un aumento almeno del 9% degli arrivi dall’estero, un flusso di turisti italiani che non si concentra e, soprattutto, non si esaurisce nei periodi canonici delle festività natalizie e del carnevale, ma è continuo, e che sceglie sempre più il soggiorno in appartamenti e bed and breakfast.

E la montagna malenca piace sempre più anche ai giovani, fra i 20 e i 30 anni, e le famiglie, che spesso la raggiungono con il “treno della neve”, in partenza da Milano Centrale tutti i giorni, fino al 14 aprile prossimo, e che sta andando alla grande. «Abbiamo raddoppiato gli arrivi in treno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, anche se voglio attendere la fine di gennaio per un primo bilancio - dice Roberto Pinna, direttore del Consorzio turistico Sondrio e Valmalenco -. A titolo di esempio posso dire che lo scorso sabato, 13 gennaio, abbiamo avuto un picco di ben cento persone giunte in Valmalenco col “treno della neve”, dopodiché, mediamente, andiamo sui 15 arrivi al giorno. Tanti sono stranieri, che salgono da Milano per una giornata o due sugli sci, tanti sono giovani che approcciano la neve magari anche per la prima volta, e ci sono anche famiglie con bambini. Una soluzione con costi alla portata di tutti, che piace e che ci aiuta ad ampliare la clientela e a fidelizzarne di nuova».

Le modalità di soggiorno

Una clientela che sceglie sempre meno, osserva Pinna, il soggiorno classico, in albergo, in pensione completa o in mezza pensione, e che, invece, predilige il pernottamento con prima colazione nei tanti bed and breakfast o appartamenti diffusi sul territorio.

«Un buon 34% delle presenze in montagna, fra dicembre e questo primo scorcio di gennaio sono stati in bed and breakfast o appartamenti - assicura Pinna -, dopodiché i clienti preferiscono sentirsi liberi di vivere il territorio e scegliere loro dove e quando mangiare. Soprattutto i giovani chiedono di vivere esperienze emozionali particolari, come l’escursione al rifugio per la cena, gite enogastronomiche nel fondovalle, o gite in quota, appunto, nei rifugi più alti, dove fermarsi per il pranzo o la cena». Dopodiché, quanto alla capacità attrattiva di tutte le proposte pensate, la neve classica, cioè la pratica dello sci e dello snowboard, resta trainante. «Giusto fare tutti i ragionamenti del caso legati al futuro dello sci stanti i cambiamenti climatici in atto, però, per ora, e credo ancora per parecchio tempo, il movimento turistico in montagna è trainato dallo sci - dice Pinna -. Questo non vuol dire che bisogna fermarsi qui, allo sci e basta, anzi, occorre sempre pensare alla montagna e del futuro e a proposte nuove, magari anche alternative, però al momento, su cento sciatori abbiamo dieci ciaspolatori, non di più. Questa è la realtà dei fatti».

I posti letto

Che, come detto, oltre a fruire delle piste del Palù, soggiornano negli alberghi della zona, per un totale di 800 posti letto, nelle seconde case e negli innumerevoli appartamenti per vacanza il cui mercato è in crescita.

E il tema dei costi ambientali di questo turismo? Del rispetto dell’ambiente? «Il rispetto parte innanzitutto dal singolo fruitore dei territori, montagna compresa - dice Pinna -, dopodiché, penso che più l’industria sci è strutturata e più c’è rispetto anche dell’ambiente».

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