Tragedia di Aprica, Monticelli rischia otto anni di carcere

Rischia di aggravarsi la posizione di Antonio Monticelli, 60 anni, figlio di Giorgio e di Anna Maria Squarza, morti a poche settimane di distanza uno dall’altro nella casa di via Europa 106, ad Aprica, dove si erano ritirati in epoca Covid. Mamma Anna Maria è stata ritrovata cadavere due venerdì fa dai carabinieri che hanno effettuato un sopralluogo in casa chiamati dai vicini dei Monticelli, mentre papà Giorgio giaceva al suo fianco fortemente debilitato e con una gamba già in cancrena. Che non è stato possibile salvargli così come non è stato possibile salvare lui, mancato venerdì sera nel reparto di rianimazione dell’ospedale di sondrio dove era ricoverato.

La sua morte aggrava la posizione del figlio, che i carabinieri hanno trovato tranquillo davanti alla televisione quando sono entrati in casa e che non si capacitava della loro presenza, perché oltre a dover rispondere dell’occultamento del cadavere della madre, è anche accusato di abbandono di persona incapace, il padre, aggravato dalla morte. La pena per abbandono di incapace va da sei mesi a cinque anni di reclusione, mentre se ne deriva la morte sale e va da tre a otto anni di carcere, pene aumentate, poi, se il fatto è commesso da un congiunto prossimo come un figlio.

Si intuisce, quindi, come dirimenti rispetto alla sua posizione saranno gli esiti delle perizie psichiatriche effettuate ieri mattina dal perito della Procura, Mario Lanfranconi, di Lecco, e di quello di parte, Claudio Marcassoli, di Sondrio, che si sono trattenuti quasi quattro ore nel reparto di psichiatria di Sondrio per redigere una rapporto il più possibile completo circa lo stato di salute mentale, la capacità, cioè, di intendere e di volere di Antonio Monticelli. Il suo avvocato, Manuela Mauro, del foro di Sondrio, gli ha comunicato la notizia della morte del padre ieri mattina, e l’ha trovato ricettivo e vigile, tuttavia, solo gli psichiatri potranno riferire compiutamente del suo stato di salute. Sempre l’avvocato intende chiedere il trasferimento del suo assistito in una struttura protetta, come un Centro riabilitativo ad alta assistenza, ma anche questo sarà subordinato agli esiti delle perizie.

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