Stampe di Della Bosca esposte all’aperto.
Incendiate dai vandali

Montagna Hanno appiccato il fuoco alle fotocopie che avevano resistito quasi tre anni senza danni. «Vergognoso dar fuoco a un’espressione artistica»

Vandali incendiano alcune stampe del museo a cielo aperto, allestito da oltre due anni in via dei Portici a Montagna dall’artista Giovanni Della Bosca con le sue opere.

Amareggiato

Con ogni probabilità hanno agito nella notte tra martedì e mercoledì. Armati di accendino hanno danneggiato una quindicina delle fotocopie dei quadri frutto della vena artistica di Della Bosca, originario del paese retico. Sul muro delle case evidenti i segni neri lasciati dalle fiamme.

«Sono davvero dispiaciuto. Che cosa posso dire... Anziché andare avanti, qui si va indietro. Sono atti vandalici, che lasciano senza parole» ha commentato recatosi subito sul posto ieri pomeriggio, avvisato da alcuni concittadini.

«É chiaro: non sono Michelangelo - ha trovato anche la forza di sdrammatizzare -. Ma dare fuoco ad un’espressione artistica è vergognoso. Non so a chi possano dare fastidio: un conto è strapparle, diverso bruciarle» ha aggiunto, valutando se smantellare o meno quello che è sempre stato un suo sogno: il museo a cielo aperto, allestito con cura nell’autunno del 2020, in piena pandemia.

«Ad ottobre prossimo sarebbero stati tre anni e finora non è mai successo nulla. Non mi spiego quale possa essere stata la motivazione che ha generato questi vandalismi». Neanche gli agenti atmosferici avevano rovinato le sue “creazioni” riproposte in fotocopia: «Non è un danno irreparabile. Basta solo che io rifaccia le copie, che sono state incendiate. Ma è il gesto che è davvero brutto. Ora mi confronterò con il sindaco Barbara Baldini e anche con i residenti della zona sul da farsi. Non escludo di smantellare tutto, poiché non vorrei che accadessero altri fatti simili».

La preoccupazione di Della Bosca è che magari succeda di nuovo e «il fuoco può essere pericoloso. Lo dico per la sicurezza di chi abita qui», in contrada Paini. In pieno centro storico, dove nell’autunno del 2020 l’artista ha voluto creare questa sua mostra permanente, diventata patrimonio di chiunque si è concesso una passeggiata in quell’angolo caratteristico del paese, dove lui è nato e cresciuto.

«C’era tutto me stesso»

Della Bosca abita lì, poco distante da dove sono esposte le fotocopie di quasi tutte le sue opere – circa 300 dagli anni ’70 ad oggi -, allestimento che lui stesso aveva voluto “battezzare” “To be destroyed by nature”. Ironia della sorte, non è la natura a distruggerle, bensì da mani assolutamente umane.

Eclettico e camaleontico, Della Bosca in quasi cinquant’anni di attività ha attraversato vari periodi e chi è passato in contrada Paini se ne è accorto: «In questo museo c’è tutto me stesso: da quando ho iniziato negli anni ’70 con la satira sociale e la protesta, poi espressionismo, impressionismo, figurativo».

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