Sondrio Festival, vincono gli inglesi. Con l’elefante e la termite

Il gran finale Ai coniugi Deeble e Stone il “Città di Sondrio” per il film su elefante e termite. Menzione speciale per “Ubara iraniana”. Lo Stelvio va al “Ritorno della tigre siberiana”

L’elefante e la termite sono i trionfatori del XXXVI Sondrio Festival. L’enorme animale e quello minuscolo, in simbiosi per la ricca vita di una pozza d’acqua nel Kenya, conquistano la giuria internazionale che assegna il primo premio, il prestigioso Città di Sondrio, a Mark Deeble e Victoria Stone.

Autori del documentario e pure di una significativa tripletta, avendo vinto anche nel 2001 con gli ippopotami “assassini” di “Mzima” e nel 2006 con “Il re degli alberi”. Non era mai riuscita a nessuno, prima d’ora.

Tre anche i riconoscimenti che i registi britannici indipendenti, marito e moglie, si portano a casa quest’anno, perché anche la giuria del pubblico è stata dello stesso parere, assegnando il premio “Achille Berbenni”, intitolato ad uno dei fondatori del festival. E così la giuria del Centro di Cinematografia e Cineteca del Club Alpino Italiano che l’ha premiato con il “Renata Viviani”, dedicato all’alpinista di Valdidentro e presidente regionale scomparsa nel 2018.

Un documentario esemplare, quello di Deeble&Stone che, come avevamo già rilevato nei giorni scorsi, mostra come dovrebbe essere fatto un film sulla natura: la storia al centro di tutto, in una narrazione serrata e rigorosamente scientifica, al di là delle riprese spettacolari e dell’uso magistrale della macrofotografia. Menzione speciale della giuria internazionale, presieduta da Marco Ribetti, curatore della cineteca del Museo della Montagna di Torino, al film “Ubara iraniana” di Fathollah Amiri e Nima Asgari, proiettato venerdì sera con i registi iraniani in sala (ne parliamo a parte), che ha raccontato la caccia di frodo all’uccello simbolo del paese, combattuta con perseveranza dalle guardie del parco nazionale.

La giuria internazionale è completata da Alexandra Sailer (Germania), regista del film vincitore nel 2021, Dan Burlac (Romania) produttore e regista, Loredana Dresti in rappresentanza del Parco dello Stelvio e Maurizio Gianola in quella del Comitato Scientifico di Sondrio Festival.

Il premio del Parco dello Stelvio è andato a “Il ritorno della tigre siberiana”, girato in condizioni estreme nell’oriente russo dall’austriaco Franz Hafner. La Regione Lombardia ha premiato “Romania selvaggia” di Dan Dinu e a“Valtellina natura europea”, diretto da Marco Tessaro e prodotto dal Parco delle Orobie Valtellinesi, è andato il favore di Italia Nostra Lombardia.

Ieri sera il gran gala finale con le premiazioni al Teatro Sociale, presentato dal popolare volto televisivo (“Linea Bianca” su Rai1 e “Mezzogiorno in Famiglia” su Rai2) di Massimiliano Ossini insieme a Gigliola Amonini e Luca Calvi.

Oggi Sondrio Festival si conclude con una domenica di natura tutta dedicata alle famiglie: laboratori per i più piccoli, escursioni guidate in e-bike tra i vigneti di Sassella e Grumello, palestra di roccia per tutti in piazza.

Alle 16 saranno proiettati tre dei documentari vincitori: “L’elefante e la termite”, “Romania selvaggia” e “Il ritorno della tigre siberiana” vincitori dei Premi. Visitabile ancora, e lo sarà fino al 24 novembre nella sala a pianterreno di Palazzo Pretorio, la mostra “Glaciares: la mirada del agua” in cui cinque artisti cileni (Micaelina Campos, Ximena García, Adelaida Larraín, Flavia Rebori e Juan Urrejola) raccontano in acquerelli di grandi dimensioni la loro “visione dell’acqua”, l’importanza dei ghiacciai per l’equilibrio ambientale del loro paese, ma anche del mondo. L’esposizione è curata da Macarena Murúa Rawlins con il coordinamento di Aldo Audisio, Mara Moscano e Vivien Jones, console onorario del Cile a Torino.

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