Scippo olimpico? «Le gare dello sci
restano a Bormio»

Giochi Zaia ha chiesto altre competizioni in Veneto. Il ministero: «Escludiamo che siano quelle valtellinesi»

«E’ abbastanza difficile pensare a una rimodulazione delle sedi di gare a vantaggio del Veneto, anche perché sono già iniziati interventi e investimenti sul territorio». A smentire possibili marce indietro sul programma delle Olimpiadi 2026 dopo la bocciatura della pista di bob di Cortina e il conseguente spostamento della disciplina insieme allo skeleton e allo slittino in un’altra località alpina (Sankt Moritz e Innsbruck le più gettonate) è il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, al quale si aggiungono fonti del Ministero delle Infrastrutture, quello guidato da Matteo Salvini. Fonti che al nostro giornale hanno «escluso assolutamente» che Bormio possa perdere le gare olimpiche di sci maschile.

Preoccupazioni

Il governatore prova così a smorzare le preoccupazioni che si sono levate dalla regione e, in particolare, dalla provincia di Sondrio che teme ripercussioni dopo la presa di posizione del presidente del Veneto Luca Zaia che non ha certamente gradito lo spostamento del bob e per questo ha chiesto la ridistribuzione delle gare.

Qualche brivido lungo l’asse valtellinese con le due sedi di Bormio per lo sci alpino maschile e lo sci alpinismo e Livigno con le competizioni di freestyle e snowboard oltre alle paralimpiadi, è corso. E ancora qualche timore c’è.

La decisione definitiva di non costruire la nuova pista da bob di Cortina era già nell’aria da settimane, ma è stato l’annuncio di lunedì del presidente del Coni, Giovanni Malagò, durante la sessione del Comitato olimpico internazionale a Mumbai a provocare reazioni e controreazioni.

La lettera

Allo sfogo a caldo, Zaia ha fatto seguire ieri l’atto ufficiale: una lettera indirizzata al numero uno del Coni Giovanni Malagò e all’ad della Fondazione Milano Cortina, Andrea Varnier: «Carissimo presidente, abbiamo appreso della rinuncia alla realizzazione dello Sliding Centre a Cortina d’Ampezzo - si legge nella missiva -. È evidente che tale scelta, se confermata, determina una rilevante penalizzazione nella distribuzione delle venue di gara tra le città di Milano e Cortina d’Ampezzo. Senza la pista da bob, infatti, la città veneta non potrà più ospitare le discipline di bob, skeleton e slittino, bensì solo quelle di sci alpino femminile e curling. Se non ci sarà più il bob, dunque, ritengo necessario si affronti nelle opportune sedi la rideterminazione ai fini di un’equa assegnazione delle discipline olimpiche dei Giochi di Milano Cortina 2026».

Una bella grana. «Noi siamo concentrati sulle specialistiche assegnate - dice Massimo Sertori, assessore regionale alla Montagna -. Abbiamo e stiamo lavorando con risorse fisiche ed economiche del governo, ma anche con le importanti risorse della Regione. Zaia è un grande governatore, un amico che fa l’interesse della sua comunità come noi della nostra. Capisco la sua delusione, ma noi proseguiamo con il nostro lavoro».

«Ci dispiace per Cortina e per l’Italia perché è saltato un progetto che faceva parte del dossier di candidatura - commenta Sergio Schena, rappresentante della Regione Lombardia nel cda della Fondazione Milano-Cortina 2026 -, in ogni caso non ne usciamo bene».

Nota dolente

Preoccupato per il prezzo da pagare al Veneto dopo lo stop della pista da bob è il consigliere regionale del Pd, Gianmario Fragomeli soprattutto perché ci sono opere in ritardo che potrebbero diventare l’alibi di decisioni non gradite. «Che prezzo dovrà pagare la nostra regione al Veneto, per compensare una perdita da milioni di euro di indotto? - chiede Fragomeli -. A cosa si riferisce Zaia quando dice che “qualcuno farà un sacrificio e ci daranno qualche disciplina olimpica al momento non prevista”? Mancano 842 giorni alle Olimpiadi e Giochi paralimpici invernali e il Governo è già riuscito a sbagliarle tutte: i Giochi, da incredibile opportunità sportiva, turistica e di rilancio dell’economia di questi territori, si stanno trasformando in un capolavoro di passi falsi. E non vorremmo che alla fine fossero Olimpiadi di serie B raffazzonate all’ultimo minuto. Senza contare - conclude - che se il Veneto ci scipperà alcune gare saremo noi a perdere milioni di indotto».

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