Sabato presidio e petizione a Sondrio per rilanciare la sanità pubblica

Presidio e petizione per la difesa e il rilancio della sanità pubblica lombarda. Sabato mattina, alla vigilia della Giornata europea contro la commercializzazione della salute che si celebra il 7 aprile, il coordinamento provinciale “La Lombardia SiCura” di cui fa parte anche la Cgil scende in strada dalle 9 alle 12 in piazza Campello a Sondrio, per proseguire con la raccolta firme a tutela della salute.

«Da diversi anni organizzazioni sindacali, associazioni, comitati locali e forze politiche in Lombardia si sono mobilitate con iniziative nelle piazze e nelle istituzioni per invertire la tendenza alla privatizzazione e alla disparità di accesso ai servizi della sanità lombarda – sottolineano dal comitato -. Ora più che mai è necessario continuare in questa operazione. Per questo chiediamo a tutti i cittadini di firmare il documento».

In particolare, la petizione chiede un centro unico di prenotazione, con le agende di tutte le strutture, per l’abbattimento delle liste d’attesa, e controllo da parte di Regione e Ats; lo stop all’utilizzo dei medici a gettone (non dipendenti), stabilizzazione e assunzione del personale sanitario, riduzione dell’esternalizzazione dei servizi, democrazia e diritti nei luoghi di lavoro; la copertura dei costi sanitari nelle Residenze sanitarie assistenziali, la diffusione e il potenziamento dei servizi territoriali per gli anziani, oltre al personale adeguato (per numero e professionalità) per servizi rispettosi della dignità delle persone. Ma anche il potenziamento della medicina territoriale per la prevenzione: salute sessuale e riproduttiva delle donne, salute mentale, sicurezza alimentare e del lavoro e tutela dell’ambiente, riempiendo cioè di servizi e operatori le Case di comunità.

«L’invecchiamento della popolazione con l’incremento delle malattie croniche e della non autosufficienza - insistono dal comitato -, l’aumento delle patologie da inquinamento e da stress lavoro-correlato, l’insicurezza generata dalla precarietà e dalla povertà in larghe fasce della popolazione, il concomitante aumento del disagio psichico e dei fenomeni di dipendenza e fragilità sociale, i nuovi fenomeni globali come pandemie, migrazioni, cambiamenti climatici e il parallelo declino e impoverimento dei Servizi sociosanitari pubblici insieme al venir meno dei sistemi di protezione sociale, rendono sempre più impellente e necessario un nuovo e radicale cambiamento di rotta delle Politiche socio-sanitarie in Lombardia e in Italia. La salute non può essere commercializzata, ridotta a merce, o compromessa dalle politiche di austerità e sotto finanziamento. La soluzione – conclude il comitato - non è l’autonomia differenziata, che produce ulteriori diseguaglianze e disomogeneità nell’offerta di servizi tra i cittadini, quanto piuttosto la promozione di un modello che garantisca una collaborazione orizzontale tra tutti gli attori della sanità e le istituzioni».

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