Olimpiadi, semaforo verde dai Grigioni. «Sankt Moritz è a disposizione»

Svizzera Ieri mattina nel Gran Consiglio di Coira la risposta del Governo cantonale. «Si può negoziare con il Coni per tornare a ospitare competizioni sulla pista da bob»

Gare olimpiche di bob, skeleton e slittino a Sankt Moritz, il Governo dei Grigioni è pronto.

E’ arrivata ieri mattina, durante l’ora delle domande nel Gran consiglio retico, la risposta positiva del consigliere di Stato Marcus Caduff alla richiesta avanzata dai due deputati engadinesi Mario Salis e Stefan Metzger che volevano conoscere la posizione dell’esecutivo in merito alla possibilità ventilata di ospitare le specialità dopo lo stop del Governo italiano alla pista di Cortina perché troppo dispendiosa e poco sostenibile.

Il Governo grigionese, secondo quanto detto in aula dal capo del Dipartimento dell’economia pubblica e socialità delle infrastrutture dei Grigioni Caduff è disposto a negoziare una collaborazione con il Comitato olimpico italiano per tornare ad ospitare, dopo le edizioni del 1928 e del 1948, e gare a cinque cerchi.

Discussione

Una possibilità di cui si parla da più di quattro anni, i realtà, da subito dopo l’assegnazione dei Giochi a Milano e Cortina, ma l’ufficializzazione dello stop alla località veneta ha rialzato attenzione e dibattito. «I giochi olimpici ritornano nelle Alpi dove sono iniziati - dice Caduff - e credo si tratti di un’opportunità anche per i Grigioni per mostrare che abbiamo le competenze per gli sport invernali».

Dichiarazioni in controtendenza rispetto ai risultati dei due referendum che negli anni hanno bocciato la proposta di candidatura ai Giochi olimpici invernali. Ma sono passati molti anni e le cose sembrano essere cambiate anche tra la popolazione.

«Abbiamo già tutte le infrastrutture e siamo abituati a grandi eventi di bob e skeleton a Sankt Moritz - dicono anche i Verdi – sarà una buona opportunità per poterci presentare di nuovo a tutto il mondo».

Una chance importante sulla carta, in attesa di capire quale sarà la decisione definitiva dell’Italia, che comunque richiede un supplemento di riflessioni. «Bisogna capire chi deve pagare i costi - aggiunge Caduff -, come sarà l’accoglienza, la sicurezza e valutare le ricadute sul traffico».

Già perché la sfida più ostica nella valutazione svizzera sembra proprio essere rappresentata dalla gestione del traffico che verrà generato prima, durante e subito dopo i giorni di gara. Sotto i riflettori la viabilità fra la Lombardia e l’Engadina Alta attraverso i passi del Bernina e del Maloja e il traffico provocato dagli addetti ai lavori e dagli ospiti che giungeranno da nord, dopo essere atterrati a Zurigo-Kloten. Un tema su cui si interroga anche la Val Poschiavo per il collegamento con Livigno. «Per quanto riguarda la Forcola sappiamo che ci sono dei grossi problemi di sicurezza in inverno a causa delle slavine e della mancanza di protezioni - ha detto Giovanni Jochum in un’intervista a Rsi - e qualcuno dovrebbe assumersi la responsabilità di far passare della gente, delle auto».

Prima ancora però c’è da sbaragliare la concorrenza, innanzitutto di Innsbruck. La Fondazione Milano Cortina ha detto chiaramente che se la sede del bob sarà all’estero - perché in gioco sembra esserci ancora anche il Piemonte -, le competizioni saranno assegnate a chi presenterà l’offerta con il miglior rapporto qualità/prezzo. E dunque costi più bassi e sostenibilità ambientale più alta, elemento cardine quest’ultimo della candidatura di Milano Cortina.

Deroga

Per ospitare le Olimpiadi sul ghiaccio naturale della pista più antica del mondo sarebbero necessari investimenti sulle infrastrutture e sul personale. E anche di una deroga. «Ci risulta che la pista di St. Moritz abbia problemi di omologazione dal punto di vista dei requisiti olimpici – aveva detto il presidente del Veneto Luca Zaia smontando l’ipotesi -: è una pista naturale, fatta con blocchi di ghiaccio, dipende molto dalle temperature e da altri fattori. Ho l’impressione che non sia la soluzione». Quest’anno però nella località engadinese si sono svolti i Mondiali.

L’interesse è alto. Già in aprile il sindaco di Celerina (comune che condivide la pista con St. Moritz), aveva dichiarato di essere pronto al dialogo con le autorità italiane per mettere a disposizione l’impianto nel caso in cui Cortina avesse rinunciato a un impianto tutto suo. La pista d’altra parte c’è, non ci sarebbero problemi di tempistica e l’investimento per Milano Cortina 2026 sarebbe minimo

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