Mascherine, per ora vince la prudenza

Nuove norme Nonostante la caduta dell’obbligo di indossarle (salvo poche eccezioni), molti le usano ancora I clienti dei negozi ancora titubanti, chiedono cosa possono fare. «L’importante è usare il buon senso»

A sentire alcune voci, c’era chi aspettava solo questo. Per altri, invece, la parola d’ordine sembra essere ancora “prudenza”. In ogni caso, il 1° maggio è arrivato e così si è concretizzato il tanto atteso ritorno alla normalità, con la possibilità – dall’altroieri – di non indossare più le mascherine al chiuso nella maggior parte dei casi.

Com’è noto, rimangono obbligatorie in un numero limitato di luoghi, a partire da ospedali e Rsa (dove, peraltro, resta in vigore anche il Green pass), scuole, palazzetti al chiuso, cinema e teatri. Pure per quanto riguarda la mobilità pubblica è richiesta la mascherina: per salire su treni e autobus, tra l’altro, è obbligatorio il modello Ffp2, ad elevato potere filtrante.

Normalità

Di “normalità” si è tanto sentito parlare nei mesi passati, in attesa, chissà quando, di riprendere certe abitudini del periodo pre-pandemico. Ora tutto questo è diventato – grossomodo – realtà. «Mi sembra un sogno. È spettacolare, adesso si respira», ha commentato, a tal proposito, Paola Parolo che ieri ha trascorso la prima pausa pranzo senza mascherina dopo due anni. Assieme a lei, anche la collega Cristina Iacolino ha potuto gustare un gelato del bar “Caffè Vergnano” in piazzetta Teresina Tua Quadrio finalmente senza protezione.

«Di certo non siamo ancora abituati. Fa quasi strano non sentire più la mascherina sul volto, quasi mi manca», ha aggiunto scherzando Iacolino. «Adesso, però, c’è da sperare solo che non si debba ritornare alla situazione precedente». Pure Parolo è d’accordo: ora, in ogni caso, «il Covid fa meno paura, non è più così forte com’era prima».

Tra i clienti della gelateria c’è anche chi, lo stesso, ieri mattina è entrato con la mascherina indossata. Anzi, «adesso che non è più obbligatoria, mi sembra di vedere quasi più gente che la porta rispetto a prima», ha aggiunto Ramona Leahu , dietro al bancone del “Caffè Vergnano”. Al momento, il personale dell’attività commerciale ha scelto ancora di utilizzare il dispositivo di protezione durante il turno. «Speriamo – sempre Lehau – davvero in un ritorno alla normalità: in fondo, basta davvero poco, se si osservano le regole, per uscire veramente da questo brutto periodo».

Le decisioni

All’aperto, in giro per il centro, c’è ancora chi vuole indossare la mascherina, specialmente nei momenti di maggior affollamento. Già ieri nei supermercati non sono stati pochi, invece, i clienti che hanno scelto di fare la spesa senza: ora che è possibile, in diversi hanno deciso di fare così. È il caso, ad esempio, di Lavinia Mares , da noi intervistata ieri, al termine degli acquisti al “Conad” di via Damiano Chiesa.

«Aspettavo questo momento – ci ha detto – che sancisce, di fatto, un ritorno alla normalità. Non ero l’unica all’interno del supermercato senza mascherina: ora è giusto che ognuno faccia come meglio crede e soprattutto come si sente più sicuro». La signora ha portato anche l’esempio del suo Paese d’origine, la Romania. «Là – ha aggiunto – già da qualche tempo non è necessaria la mascherina all’interno. Finalmente anche qui è così».

Chi è in coda fuori dalla banca preferisce ancora tutelarsi. «Alla fine – è il commento di un pensionato in attesa del proprio turno – bisogna far affidamento al buonsenso. Con la mascherina indossata io mi sento più protetto».

Anche nei negozi, ora, l’accesso è libero. Da “Bata”, attività commerciale che affaccia sul Corso Italia, ieri alcuni clienti hanno provato le calzature senza mascherina. «Ma la gente – ha detto al nostro giornale la responsabile del negozio, Melania Corlatti – non ha ancora ben chiare le nuove regole. Ci vorrà qualche giorno».

Nella mattinata di lavoro al panificio “Parolo” di via Trieste, ieri circa un cliente su dieci è entrato senza mascherina. «Alcuni – questo il commento della titolare Giovanna Parolo – ci hanno chiesto se potessero entrare senza. È importante, a questo punto, far affidamento sulla consapevolezza di ciascuno».

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