«Carburante alle stelle
Lo sconto è ridicolo»

Autotrasportatori Dal Cason: «Uno zuccherino 25 centesimi in meno Sciopero più vicino, dovevamo farlo a 1.70. Così niente merce nei super»

Venticinque centesimi in meno al litro per il gasolio, oltre che per la benzina, fino alla fine di aprile e l’istituzione del Fondo per il sostegno del settore con una dotazione di circa 500 milioni di euro per quest’anno:.

I provvedimenti del Governo per mitigare gli effetti economici derivanti dagli aumenti eccezionali dei prezzi dei carburanti non convincono gli autotrasportatori.

L’85% delle merci su strada

«Timidi correttivi», «uno zuccherino davanti a una tempesta» così i rappresentanti locali definiscono le misure varate dal Consiglio dei ministri di venerdì sera.

Le aspettative erano alte, decisamente più alte per un settore, quello dell’autotrasporto, messo in ginocchio dagli aumenti dei carburanti e dal cui lavoro dipende la vita quotidiana.

Va considerato infatti che l’85% delle merci in Italia, così come in Valtellina, viaggia su gomma.

L’Unatras che raccoglie le maggiori sigle dell’autotrasporto ha confermato il fermo già proclamato per il 4 aprile, se non ci saranno ulteriori interventi risolutivi.

«Lo sconto di 25 centesimi sulle accise non basta, per le imprese ci vogliono misure eccezionali - commenta Mattia Dal Cason, presidente del settore autotrasporto di Confartigianato Sondrio -. Serve un intervento deciso del Governo per calmierare i prezzi e fissare un tetto massimo al costo del carburante. La situazione è critica e non si risolve la situazione con questo “zuccherino”, una caramellina che non cambia nulla».

«Non sono misure sufficienti - ribadisce -. Il Governo avrebbe dovuto fare un intervento molto più sostanzioso e, soprattutto, agevolare i lavoratori dell’autotrasporto che di carburante ne consumano davvero tanto. Perché è vero che tutta la popolazione è colpita dagli aumenti, ma noi che lavoriamo con i mezzi sulle strade lo siamo di più».

Anche per questo Unatras cui Confartigianato Sondrio aderisce ha confermato lo sciopero.

«Domani ci saranno anche dei fermi per così dire individuali - aggiunge Dal Cason -. Il problema è che tutto ciò si ripercuoterà sui piccoli perché le grandi aziende possono permetterselo. Noi piccoli se scioperiamo non mangiamo. La maggioranza degli autotrasportatori è composta da padroncini monoveicolari e questo è un problema, ma non si può neppure lavorare in perdita».

In questo momento la massima aspirazione è riuscire almeno a pareggiare.

Si salvano in pochi

A salvarsi, spiega Dal Cason, sono coloro che hanno in contratto le clausole dell’adeguamento carburante, «una clausola fondamentale - sostiene -, ma sappiamo bene che spesso i contratti vengono imposti dalla committenza e il vettore ha poco potere per farsi valere».

Non a caso l’inserimento nei contratti di trasporto della clausola di adeguamento del corrispettivo per tenere conto dell’aumento dei prezzi del carburante, qualora il prezzo registri una variazione di almeno il 2% del valore preso a riferimento al momento della stipula o dell’ultimo adeguamento effettuato, è uno dei punti del decreto varato venerdì sera dal consiglio dei ministri.

«La situazione è davvero drammatica - aggiunge Dal Cason secondo cui lo sciopero gli autotrasportatori avrebbero dovuto farlo quando il gasolio è arrivato a 1,70 euro al litro -. Ma se dovessimo fermarci veramente, e lo dico convinto che in questo momento di tensioni e di guerra debba essere l’ultima soluzione, si bloccherebbe tutto: la merce non arriverebbe ai supermercati, a danno di tutta la popolazione. Se l’ultima spiaggia è lo sciopero lo faremo, ma certamente non a cuor leggero, ben consci della responsabilità sociale che abbiamo, ma davvero così non si può andare avanti. In gioco c’è la nostra stessa sopravvivenza». Dal Cason si augura un ulteriore intervento governativo, «non chiediamo che sia Draghi in persona a pensarci, ma almeno il ministro» dice ricordando in tono polemico che agli ultimi tavoli delle trattative si è sempre seduta la viceministra Teresa Bellanova.

Intervenire subito

Profondamente insoddisfatti i rappresentanti dell’autotrasporto, anche il presidente di Confartigianato imprese Sondrio è convinto che il Governo avrebbe dovuto avere più coraggio. «Bisognava stabilire e imporre le tariffe in Italia così come in tutta Europa - sostiene Gionni Gritti -. Ho l’impressione che non ci si stia rendendo conto della drammaticità della situazione per i lavoratori. E’ inammissibile che il costo del petrolio sia inferiore a quello di un paio di anni fa e il costo alla pompa sia triplicato. Le speculazioni sono evidenti. Così non si va da nessuna parte. I prezzi aumentano e il potere d’acquisto cala: la situazione è pericolosamente esplosiva».

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