Assolto, ora chiede di poter passare
più tempo con le proprie figlie

L’uomo, un 50enne originario della Repubblica Domenicana e da vent’anni in Valtellina, era stato accusato di maltrattamenti, violenza sessuale e minacce aggravate: dopo l’assoluzione del Tribunale di Sondrio ora vuole tornare a fare il padre

«La mia è stata un’odissea durata tre anni. Ma, dopo essere stato accusato ingiustamente di maltrattamenti familiari, violenza sessuale e minacce aggravate, ora finalmente sono stato assolto. Adesso chiedo solo di poter ricominciare a “vivere” le mie figlie e di tornare a fare il papà a 360 gradi». E’ l’appello di un padre 50enne, originario della Repubblica Domenicana e da vent’anni in Valtellina, dove ha lavorato a lungo come cameriere a Livigno. Oggi, dopo la sentenza di assoluzione in tribunale a Sondrio vuole raccontare la sua storia.

«Il mio unico obiettivo adesso è quello di riuscire a rivivere un rapporto normale con le mie bambine – afferma l’uomo, nel frattempo trasferito a Sondrio per cercare di essere più vicino alle sue bambine -. Voglio solo la possibilità di fare il padre come ho sempre fatto prima di questa vicenda. E ora che finalmente sono stato dichiarato innocente non accetto di essere trattato ancora da colpevole. Non è giusto, io sono un bravo papà e nessuno l’ha mai negato, nemmeno gli educatori del “protetto”».

Da quando è stato accusato penalmente, infatti, è sotto stretto controllo da parte dei servizi sociali, ed ancora oggi può vedere le figlie solo due volte al mese in spazio protetto alla presenza di un educatore. L’avvocato Diana Parisi del Foro di Sondrio, che da tre anni segue il padre in ogni vicenda giudiziaria, ottenuta l’assoluzione il 27 febbraio scorso ha immediatamente depositato istanza di liberalizzazione degli incontri con le bimbe presso il giudice della separazione, chiedendo anche di poter depositare la sentenza penale di assoluzione «per documentare – afferma - il calvario che la moglie ha fatto passare al marito».

«Voglio ricominciare a vivere con le mie figlie al 100 %, potendo passare con loro un tempo adeguato almeno al pari della loro madre. Credo sia importante che le mie figlie abbiano un papà presente ed amorevole e mi conforta che in questi anni di lontananza mi abbiano sempre cercato, e tutt’oggi continuino a chiedere di vedermi più spesso e più a lungo e di stare a casa mia» conclude il 50enne, che ora attende con ansia la risposta del giudice civile alla sua istanza di revoca degli incontri protetti.

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