Case di riposo: «Da settembre rette più care del 3-4%»

Assistenza La previsione dell’associazione Uneba per far fronte ai costi: in media sui 50 euro in più al meseFistolera: «Il problema non è la pandemia, ma l’inflazione. Gas ed energia sono aumentati di due volte e mezzo»

Da settembre saranno da mettere in conto aumenti delle rette delle case di riposo. Almeno nell’ordine del 3-4% in più rispetto ai parametri attuali, già frutto di una revisione intercorsa ad inizio anno, quando si era trattato di adeguare gli introiti dalle rette agli aumentati costi e ai diminuiti ricavi legati all’emergenza Covid.

«In questo caso non è tanto la pandemia a pesare sui bilanci, anche se lo ha già fatto e continua a farlo - osserva Aldo Fistolera, presidente di Uneba Sondrio, l’Unione nazionale istituzioni e iniziative di assistenza sociale, ente cui aderiscono 13 delle 22 Rsa della nostra provincia- ma lo è l’inflazione, che oggi viaggia attorno all’8%. Tutti i centri di costo delle Rsa nostre associate sono in fibrillazione: in particolare i costi del gas da riscaldamento e dell’energia elettrica sono fuori controllo. Addirittura due volte e mezzo superiori a quelli di sempre. Ai quali vanno aggiunti tutti gli altri costi che vanno fronteggiati per la gestione ordinaria, in primis i costi per remunerare il personale che, come noto, scarseggia soprattutto in termini di figure infermieristiche e di supporto. E, in vista, abbiamo anche i rinnovi dei contratti Uneba e degli Enti locali».

Secondo Fistolera, che è anche presidente della Rsa “Corti Nemesio” di Delebio, non sarà possibile fronteggiare i prossimi mesi senza cercare di tamponare ai buchi di bilancio con un aumento delle rette di ricovero.

«Forse non vi dovranno ricorrere tutte le Rsa nostre associate - annota - però è ampiamente prevedibile che da più parti vengano apportati dei ritocchi, tant’è che in seguito alla riunione del coordinamento Uneba della provincia di Sondrio di mercoledì scorso, abbiamo deciso di informare l’opinione pubblica di questo stato di cose, affinché possa comprenderlo meglio e prepararsi, di conseguenza».

Si parla di aumenti del 3-4% della retta mensile, che da noi mediamente va dai 1.500 ai 1.700 euro al mese, col picco più basso rappresentato dalla retta della Rsa di Teglio (1.311 euro), e più alto della Rsa Bernina di Sondrio (2.422 euro). Su una base di 1.500 euro gli aumenti andrebbero da 45 a 60 euro al mese, e su una base di 1.700 da 51 a 68 euro.

«E’ vero che le nostre rette sono in proporzione molto più basse di quelle delle aree metropolitane - spiega Fistolera - però è anche vero che noi dobbiamo parametrarci sulla nostra realtà, fatta di un’utenza le cui pensioni spesso non arrivano ai 1.000 euro al mese. In media, i nostri utenti hanno pensioni da 1.300-1.400 euro al mese, non di più, per cui alzare le rette su queste basi è sempre difficile».

Eppure per molti sarà inevitabile, perché non sarà sufficiente a garantire bilanci accettabili la copertura dei maggiori costi sopportati con i contributi pubblici.

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