
Cronaca / Sondrio e cintura
Venerdì 17 Novembre 2023
Work Safety, Taurino non parla. Confermati gli arresti domiciliari
Interrogatorio di garanzia per l’imprenditore indagato per avere commissionato l’incendio alla sua azienda
Ha fatto scena muta ieri mattina davanti al giudice Andrea Taurino, il 50enne imprenditore di origini baresi, titolare della società Work Safety Spa, accusato di avere commissionato l’incendio doloso del capannone che aveva in affitto a Castione Andevenno.
Taurino è stato arrestato martedì mattina dai carabinieri della Compagnia di Sondrio su ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari: l’accusa è di avere commissionato il rogo per potersi intascare 3 milioni e 700 mila euro del premio per l’assicurazione che aveva stipulato sull’immobile andato in fumo e sulla merce al suo interno, andata distrutta.
A supportare il provvedimento restrittivo ci sono le dichiarazioni di Leonardo Petrachi, 62enne residente a Corsico, individuato dai militari dell’Arma come colui che ha ingaggiato i due esecutori materiali dell’incendio doloso (rei confessi), Massimo Dato, 51enne originario di Vizzolo Predabissi, nel Milanese, e Tiziano Pedone, anche lui 51enne e residente nel capoluogo lombardo.
E’ stato Petrachi, infatti, a raccontare che Andrea Taurino gli aveva chiesto di trovare delle persone che bruciassero il capannone e che gli aveva già pagato una parte del compenso pattuito, a cui si sarebbe aggiunta anche una posizione dirigenziale in una società che stava per costituire. E gli aveva consegnato le chiavi della struttura, che lui ha poi dato ai due piromani per poter entrare nella struttura.
Tutti aspetti per cui ieri il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Sondrio, Fabio Giorgi, lo stesso che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare, avrebbe probabilmente chiesto chiarimenti, se non fosse che Taurino, accompagnato dal legale di fiducia Francesco Romualdi, ha subito dichiarato di volersi avvalere della facoltà di non rispondere.
L’interrogatorio di garanzia, iniziato alle 9 in un’aula a pianterreno di Palazzo di giustizia, è durato quindi pochi minuti, giusto il tempo di verbalizzare la decisione dell’indagato.
Poi Andrea Taurino è tornato nella sua abitazione sondriese dove si trova costretto ai domiciliari. Il giudice, dal canto suo, ha confermato la misura degli arresti domicicliari. Tra l’altro è emerso che la Procura, al termine delle indagini dei carabinieri, aveva chiesto per l’imprenditore la detenzione in carcere, ma il gip ha optato per una misura meno inflittiva, pare sulla base delle cure a cui deve sottoporsi, che non sarebbero compatibili con la detenzione.
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