Violenza sessuale, pediatra
condannato a 4 anni e 8 mesi
A Sondrio era stato assolto

Ribaltata in secondo grado la sentenza a carico del medico sondriese Andrea Scherini accusato di atti nei confronti di minori. Il legale: «Palese ostilità della corte nei confronti del nostro assistito»

A Sondrio, nell’udienza di primo grado nel dicembre 2018, era stato assolto «perché il fatto non costituisce reato», ma in appello a Milano, nei giorni scorsi, la sentenza è stata ribaltata ed è arrivata la condanna.

La Corte d’Appello di Milano ha infatti condannato a 4 anni e 8 mesi di reclusione il pediatra sondriese Andrea Scherini, oggi 77 anni, accusato di violenza sessuale a danno di minori. Una condanna pesante, se si tiene conto del rito - l’abbreviato che riduce la pena di un terzo - e del fatto che i giudici hanno considerato la lieve entità dei fatti.

Le indagini a carico del medico con studio a Sondrio erano iniziate nel giugno del 2014, quando una mamma aveva denunciato che la figlia era rimasta vittima di abusi sessuali durante una visita pediatrica. In seguito alla denuncia, il medico era stato messo sotto controllo e nello studio era stata nascosta una microcamera. Dopo un anno, gli inquirenti avevano raccolto sette episodi sospetti ed era scattata la richiesta di misura cautelare. Niente carcere, ma Scherini si era ritrovato di punto in bianco agli arresti domiciliari.

Nell’udienza preliminare il gup Fabio Giorgi aveva disposto un’ulteriore perizia sulle immagini e, a suo giudizio, il nuovo accertamento non aveva fornito prove certe e inequivocabili di colpevolezza. Inevitabile, a quel punto, la pronuncia della sentenza di assoluzione «perché il fatto non costituisce reato».

Ma a Milano tutto è cambiato: i giudici della prima seziona penale della Corte d’Appello hanno ritenuto le stesse immagini probanti, e hanno condannato Scherini a 4 anni e 8 mesi di reclusione, concedendogli l’attenuante di cui all’articolo 609 bis comma 3 del Codice penale (per la lieve compromissione della libertà sessuale del minore, nonché per la lieve entità delle vicende delittuose, connotate da mancata consumazione di un rapporto sessuale completa e per la occasionalità e limitato numero di episodi) prevalente sulle aggravanti.

«Attendiamo di conoscere le motivazioni tra 60 giorni – commenta l’avvocato Francesco Romualdi, che assiste Andrea Scherini insieme al collega milanese Eriberto Rosso -. Ci aspettavamo una sentenza di questo tipo dopo aver notato la palese ostilità della corte nei confronti del nostro assistito» .

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