Viaggio fino in Ucraina
E ora il Sondrio Rugby
ospita cinque ragazzi

Il presidente Sciaresa e un giocatore sono andati a recuperare gli ucraini in pericolo

Il Sondrio Rugby è sceso in campo, ma questa volta per una sfida di solidarietà alle popolazioni coinvolte nel conflitto.

Arrivati sul confine

La “missione” è stata compiuta nei giorni scorsi dal presidente Alfio Sciaresa, accompagnato da un giocatore; i quali sono riusciti a portare in zona di pace cinque persone. Segnatamente si tratta di tre ragazzi adolescenti ma minorenni, una ragazza neomaggiorenne ed una nonna.

Non è difficile intuire che i tre adolescenti siano rugbisti, in quanto lo sport della palla ovale è il filo conduttore, che ha reso possibile la vicenda. Appena scoppiato il conflitto, tra i giocatori del Sondrio Rugby è subito nato l’impulso di provare a contattare ragazzi con la medesima passione sportiva, che però si trovano in una situazione umanitaria drammatica.

Ovviamente il canale per tentare di instaurare il contatto sono stati i Social Network. E nonostante le comunicazioni con l’Ucraina risultino terribilmente difficoltose, l’obiettivo è stato centrato. Cosicché intorno al 20 marzo, è nato un contatto con un ragazzo di Kiev, ventiseienne giocatore e dirigente di un team rugbistico della capitale ucraina.

All’inizio la situazione pareva più tranquilla, ma verso la fine di marzo le condizioni sonoaiil ragazzo da Kiev ha lanciato un sos verso la Valtellina. Il Sondrio Rugby ha subito risposto presente ed organizzato di partire alla volta dei territori di guerra.

Si è trovato un accordo sulle persone da trarre in salvo, ma essendo tre di essi minorenni, i tempi si sono protratti per qualche giorno, onde dover produrre la documentazione necessaria per poter espatriare i ragazzi minori.

Uno scenario da paura

All’inizio di questa settimana c’è stato il check di ok ed alle 10 di mercoledì, un pulmino del Sondrio Rugby è partito verso la destinazione prefissata. Una sosta in Repubblica Ceca e giovedì alle 16 la meta era raggiunta. Poche ore ed il viaggio di ritorno, meglio rientrare subito, in quanto la situazione non era affatto accogliente. Si attraversava una sorta di deserto, solcato soltanto da mezzi militari.

Il percorso inverso si è svolto in un’unica tirata, così nel primo pomeriggio di ieri venerdì l’intero equipaggio giungeva in Valtellina, tutti distrutti ma felici.

Ora i cinque neoarrivati si sono sistemati in un appartamento in città, anch’esso messo a disposizione dal Sondrio Rugby. Il prossimo step sarà garantire ad essi una socialità. Per i tre rugbisti si parte avvantaggiati, perché chiaramente entreranno di diritto a far parte delle compagini giovanili del SoRugby.

Per tutti i giovani si tenterà altresì un ingresso negli ambiti scolastici, mediante i percorsi messi a disposizione dagli organismi dell’istruzione.

Questa bella vicenda insegna una volta di più i valori alla base del rugby, ove la solidarietà e la condivisione sono i cardini.

Il Sondrio Rugby ritiene di aver fatto il minimo di quanto possibile, semplicemente mettendosi nei panni di chi condivide la stessa passione, ma invece di un prato ove giocare, si trova in un campo ove combattere.

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