Verso le Olimpiadi, la parola d’ordine
è “accessibilità”

Dibattito Primo incontro promosso da Polis Lombardia

Accessibilità, sotto tutti i possibili punti di vista, come chiave di lettura delle opportunità che le Olimpiadi 2026 possono avere per il futuro della Valtellina e per i suoi abitanti, a partire dai giovani e responsabilità del territorio nel mettersi in gioco.

Sono questi i cardini attorno a cui Polis Lombardia, ente della Regione, ha promosso ieri, in partnership con la Fondazione Triulza e in collaborazione con Pares, il primo di una serie di incontri dal titolo “Territori olimpici - Accessibilità per tutti” cui hanno preso parte portatori d’interesse del terzo settore e di realtà imprenditoriali e associative della provincia di Sondrio.

Avvicinamento

Un percorso di avvicinamento partecipativo e di ascolto per mettere a sistema tutte le progettazioni già esistenti e definire l’eredità che il grande evento internazionale dovrebbe lasciare sul territorio per uno sviluppo duraturo e accessibile a tutti.

«L’elemento chiave per il successo delle Olimpiadi invernali 2026 e per l’eredità che lasceranno in ambito sportivo, turistico, comunitario e territoriale è l’approccio che la Valtellina saprà dare alle diverse forme e ambiti dell’accessibilità - ha spiegato introducendo l’appuntamento Pilar Sinusia della Fondazione Triulza, rete del terzo settore che ha lavorato per Expo -. Un territorio accogliente e accessibile a tutti va oltre le mere soluzioni tecniche o normative. Presuppone la costruzione di itinerari collaborativi che mettano al centro la persona».

Il percorso

Per farlo è stato scelto di costruire una “comunità di pratica”, organismo capace di coinvolgere i portatori d’interesse e le reti locali in un percorso di condivisione, d’apprendimento e di cambiamento attraverso interviste, focus group e questionari. Il risultato cui l’iniziativa tende è quello di arrivare ad un inquadramento generale, alla raccolta di bisogni, alla produzione di proposte, all’attivazione delle persone e dunque all’inizio del cambiamento.

«Dobbiamo interrogarci sull’eredità qualificata che le Olimpiadi lasceranno sul territorio - ha detto Fulvio Matone, direttore di Polis - perché oltre alle due settimane di gara, l’evento porta con sé grandi opportunità prima e dopo. Parlare di accessibilità in tutte le sue accezioni è il modo migliore per affrontare la valorizzazione del territorio».

E dunque accessibilità nel senso infrastrutturale, ma anche turistico, sociale ed economico. Accessibilità delle persone ai luoghi e alle opportunità.

«A 4 anni dalle Olimpiadi - ha aggiunto Massimo Minelli, presidente della Fondazione Triulza - cominciamo a mettere i semi che dovremo giocarci bene durante i Giochi e che saranno l’elemento su cui costruire un futuro innovativo e diverso della Valle».

Le ricadute

Della necessità di affrontare questo percorso hanno parlato anche Maurizio Papini, consigliere provinciale - «le Olimpiadi sono un volano che dovrà proiettare la nostra Valle nel futuro con ricadute importanti in molti ambiti: dalle infrastrutture all’occupazione» - e Michele Rigamonti consigliere di Pro Valtellina: «L’accessibilità - ha sottolineato - è fondamentale per far vedere le bellezze del nostro territorio che è ancora troppo poco conosciuto. Le Olimpiadi sono un’opportunità eccezionale da sfruttare al meglio, ma di tempo non ce n’è molto».

Claudio Locatelli, segretario comunale di Sondrio, referente del Seav, ha indicato la necessità di coinvolgere tutti, anche i singoli cittadini. «Partire dal basso e per tempo - gli ha fatto eco Gabriele Marinoni, presidente Confcooperative dell’Adda - sono due buone pratiche per prepararsi adeguatamente all’evento».

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