
Cronaca / Sondrio e cintura
Venerdì 17 Novembre 2023
«Un’onda alta cinque metri si è presa Rosy»
Testimonianza Il compagno racconta la tragedia alle Canarie che lunedì è costata la vita alla donna di Tresivio. «Stavamo giocando a carte, poi è arrivata improvvisa quella massa d’acqua, io sono riuscito ad aggrapparmi»
«Eravamo seduti a ridosso dell’oceano, io e Rosy, a giocare a carte, con tutt’attorno altri bagnanti, quando si è alzata un’onda gigantesca, alta dai quattro ai cinque metri, che ci ha investiti. Non abbiamo neanche fatto in tempo a rendercene conto. Io mi sono aggrappato con tutta le mie forze ad un grosso sasso che c’era nei paraggi, mentre Rosy non ce l’ha fatta. Ho tentato di prenderla, ma, niente. Era impossibile. É andata via, nell’oceano. Una scena che non potrò mai dimenticare».
Le sue parole
È Dino Botatti a raccontare in prima persona la tragedia di lunedì alle Canarie, costata la vita alla compagna, Rosy Tegiacchi, 65 anni, di Tresivio.
«Purtroppo, è andata così, la vita ci ha riservato questo» dice Dino Botatti, che, ieri, abbiamo raggiunto telefonicamente ad Alcalà, sull’isola di Tenerife, dove si trova e dove Rosy Tegiacchi aveva una casa da più di vent’anni. Era il suo luogo del cuore, il suo rifugio, dove, ogni volta che poteva, invitava a raggiungerla anche amici e colleghi.
Lunedì, Rosy era in spiaggia con l’amico Dino, divenuto suo compagno di vita negli ultimi anni, e mai avrebbe pensato fosse così pericoloso sporgersi sull’oceano in quella insenatura che frequentavano regolarmente e che, in caso di alta marea e di pericolo, veniva chiusa dagli addetti alla balneazione.
«Lì ad Alcalà, l’oceano cambia tantissimo con le alte e le basse maree - assicura Dino Botatti -, e al mattino, di norma, l’insenatura dove ci trovavamo, quando poco sicura, viene chiusa alla balneazione, invece lunedì non c’era alcun divieto. Eravamo tantissimi nella caletta solo che, improvvisamente, poco prima di mezzogiorno, è accaduto qualcosa che non avevo mai visto prima».
Quindi, il racconto di quei tragici momenti: «Sono accorsi subito i bagnini, scesi in acqua nel tentativo di recuperarla, hanno fatto molta fatica a riportarla a riva, ma ci sono riusciti».
Subito dopo sono giunti sul posto gli operatori del soccorso sanitario e le forze dell’ordine «e per quasi due ore si sono trattenuti su Rosy - dice Dino - nel tentativo di rianimarla, ma non c’è stato niente da fare. É morta annegata. Tutti i bagnanti che erano nella caletta si sono salvati da quell’urto tremendo, mentre per lei non c’è stato scampo».
Chissà quante volte è scesa in quella piccola insenatura che era stata chiusa artificialmente a mo’ di piscina, per ricavarne un luogo tranquillo dove bagnarsi e rilassarsi, Rosy, e lunedì certo non si aspettava un simile epilogo. Né lei né Dino e nessuno degli altri bagnanti. Invece l’oceano, improvvisamente, ha ruggito.
La trafila
Mercoledì la salma è stata sottoposta ad autopsia nell’ospedale di Tenerife poi è avvenuta la cremazione. «La prego di non scrivere troppe parole, perché lei, Rosy, era una persona umile - dice con voce sommessa Dino Botatti -. Io ora attendo solo le sue ceneri per poter partire, ma devo dire che qui ad Alcalà ci sono tanti amici di Tresivio che mi aiutano e supportano in tutto. Parlano bene lo spagnolo per cui si interfacciano con le autorità senza problemi. Appena mi danno le ceneri di Rosy facciamo una preghiera di commiato nel cimitero di Alcalà, poi sono pronto a tornare a Tresivio e, lì, faremo i funerali».
Ad attendere Rosy c’è anche l’unico suo fratello rimasto, che vive a Ponte in Valtellina, ci sono i tanti amici della Protezione civile locale, di cui Rosy era volontaria da anni, e ci sono gli ex colleghi della Provincia dove Rosy ha lavorato fino ad un anno fa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA