Truffa dell’incidente, l’avvocato: «Sono io la vittima»

L’inchiesta La dura replica dei difensori del legale indagato per avere truffato i parenti della vittima di un incidente stradale: «Bersaglio sbagliato, è stato lui il primo a denunciare» . Misura cautelare revocata il 27 febbraio.

I legali che assistono l’avvocato comasco sottoposto il mese scorso alla misura cautelare dell’obbligo di dimora perché accusato di truffa nei confronti di una famiglia valtellinese che assisteva, rispondono alle accuse mosse dalla Procura di Sondrio e dalla Guardia di finanza.

L’azione legale

«È stato l’avvocato il primo a promuovere l’azione legale per il reato di truffa ai danni della compagnia di assicurazione nei confronti dello stesso gruppo di clienti che hanno querelato il nostro assistito - affermano -. L’utile che la Guardia di finanza e la Procura di Sondrio definiscono non lecito è in realtà stato oggetto di un accordo con i clienti che hanno riconosciuto l’importo per l’ottimo risultato raggiunto nella gestione del sinistro. Le somme sono state regolarmente fatturate e non sussiste alcun debito per questioni tributarie». Ma, contrariamente a quanto comunicato mercoledì, e sempre secondo i legali «si sottolinea che già in data 27 febbraio (quindi più di due settimane prima, ndr) su istanza di questa difesa era stata già revocata la misura cautelare personale applicata dal gip di Sondrio all’avvocato».

L’avvocato comasco è indagato, secondo le contestazioni, per essersi intascato oltre 300mila euro di compensi che venivano ritenuti non dovuti, aprendo una indagine ancora aperta che - riportando le parole del comunicato della Finanza - aveva permesso di «accertare l’esistenza di un pregresso ingente debito dell’avvocato nei confronti del fisco».

Nella giornata di mercoledì avevamo provato a contattare l’avvocato comasco senza riuscirci. Ieri, invece, è stato lo stesso legale a replicare per spiegare come le indagini sul suo conto «avessero sbagliato bersaglio» essendo lui stesso «il truffato». Nel pomeriggio poi ecco arrivare il comunicato dello studio legale che lo assiste in cui viene fatto il punto della situazione partendo dal fatto che la misura cautelare personale era in realtà già stata revocata molto prima dell’invio del comunicato stampa.

«L’avvocato - si legge - evidenzia di essere stato il primo a promuovere l’azione penale per il reato di truffa ai danni della compagnia di assicurazioni nei confronti dello stesso gruppo di clienti che hanno querelato il nostro assistito, generando il procedimento penale pendente davanti alla Procura di Sondrio. L’utile che viene definito non lecito, è in realtà stato oggetto di un accordo con i propri clienti, che hanno riconosciuto l’importo di euro 335.000 lordi per l’ottimo risultato raggiunto nella gestione stragiudiziale di un sinistro mortale, dal quale hanno ricavato la somma capitale di euro 1.050.000 a titolo di risarcimento del danno. La somma è stata regolarmente fatturata e confluita nella dichiarazione dei redditi».

«Compenso legittimo»

E ancora: «Le indagini difensive - scrivono i legali dell’avvocato- sono attualmente in corso» e cercheranno di dimostrare «la legittimità del suddetto compenso». Poi la conclusione: «Si aggiunge che non sussiste alcun debito per questioni tributarie accertato con sentenza passata in giudicato, in quanto il processo risulta ancora pendente avanti alla Corte di Cassazione, Sezione Tributaria».

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