«Trippi, il viadotto finisce nel piazzale della nostra ditta. Mai interpellati»

Montagna I titolari della carrozzeria Giugni. «Abbiamo saputo dal giornale dell’opera prevista. Rimarremmo senza piazzale, ci pensino bene»

«La rabbia è tanta. C’è il rischio che venga realizzato un progetto del tutto penalizzante per la nostra attività, senza che ci abbia mai interpellati nessuno, tra l’altro. Se ci portano via il piazzale antistante l’officina, come facciamo a lavorare?».

Sono davvero preoccupati Nadia Mottolini e Andrea Giugni, proprietari della carrozzeria “Giugni” di via Stelvio a Montagna in Valtellina, a circa 300 metri dalla rotonda del Trippi. La zona sarà interessata da importanti lavori a livello viabilistico.

L’intervento

In sostanza, l’ipotesi – i particolari non sono noti nel dettaglio – prevederebbe una nuova rotonda in via Europa e un viadotto di circa 250 metri sopra l’attuale incrocio e sopra i binari della ferrovia, così da ricollegarsi di nuovo con la Statale nel territorio di Montagna, poco dopo il Davaglione. Un’opera prevista in ottica Giochi per risolvere il nodo del traffico della tangenziale cittadina ed eliminare il passaggio a livello, che nelle ore di punta crea non pochi disagi.

Il fatto, però, è che a pagarne le conseguenze, stando all’unica ipotesi resa pubblica, potrebbero essere proprio i residenti. E, tra questi, la famiglia Giugni, che da anni vive in via Stelvio, accanto alla ditta. Per ritornare sulla Statale, infatti, il viadotto scenderà proprio in quell’area e non è escluso – anzi, è quasi sicuro – che debba occupare spazio in più allargandosi per forza di cose sul lato sinistro procedendo verso Tirano (e, quindi, sul suolo di proprietà della carrozzeria), dal momento che la ferrovia sulla destra limita la carreggiata.

Nessun preconcetto

«Preciso – specifica – che non sono contro a prescindere a qualsivoglia opera strutturale: ci mancherebbe, qualsiasi soluzione buona per risolvere il problema del traffico è sempre ben accetta. Ma non è così che si fa». Già, perché l’officina ha appreso dalla stampa i disagi ai quali potrebbe andare incontro.

«Di certo non c’è nulla e questo mi preoccupa. Nessuna delle autorità competenti ci ha interpellato in merito: tutto viene imposto dall’alto e, se proviamo a chiedere qualcosa, la risposta è che non siamo parti interessate», aggiunge Mottolini.

Pare ovvio, insomma, che «la nostra zona – oltre alla carrozzeria, c’è in ballo anche la ditta di trasporti Gianolini, la cui sede si trova a lato del Davaglione – ne risentirà non poco. E non parlo di estetica». Infatti, «l’opera può piacere o meno, ma qui il vero problema è la logica di un progetto come questo, a danno di chi qui vive e lavora».

Davvero, «noi viviamo con l’azienda. Togliendoci il piazzale, non sapremmo neppure dove far parcheggiare non dico le auto dei clienti, ma i nostri mezzi ancora prima. È tutto paradossale», aggiunge. «Già il fatto che, negli scorsi decenni, sia stata pensata la fine della tangenziale su un passaggio a livello pare assurdo: adesso vogliamo fare un’altra scempiaggine del genere?», si domanda la signora. Quesiti ai quali, almeno per il momento, non sembra esserci una risposta definitiva.

Poca lungimiranza

«Se ragioniamo solo in vista delle Olimpiadi, il tempo che resta è pochissimo e questo aspetto non gioca certo a nostro favore. Chiediamo, dunque, alle autorità competenti di pensarci bene prima di procedere, rischiando di sperperare fondi pubblici e di fare un lavoro concepito soltanto in ottica dei Giochi invernali e non per il bene dei residenti».

«Infine - conclude - vorrei evidenziare ancora che l’opera così come vuole essere realizzata, oltre a non essere risolutiva per il traffico, pericolosa e penalizzante per i cittadini, è fine a stessa in quanto non consente il proseguimento fino a Fiorenza, come ipotizzato negli anni addietro»

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