Treni sotto accusa. Ritardi cronici, passaggi a livello guasti e gradimento basso

Pendolari Questionario distribuito tra i viaggiatori. Per il 40% il servizio è pessimo o insufficiente. Fedele (Cisl): «Troppi guasti ai passaggi a livello»

Scrivi ferrovia leggi ritardi. Alla vigilia degli ennesimi disagi del week end per i lavori sulla linea che oggi e domani interesseranno il potenziamento infrastrutturale della stazione di Monza obbligando alla sostituzione dei treni con i bus nel tratto tra Carnate Usmate e Monza, sono ancora i minuti accumulati da chi viaggia tra Milano e Tirano a destare clamore e preoccupazione.

Ritardi che da quando la circolazione ferroviaria in Valtellina è ripresa dopo lo stop di quest’estate, sono ormai pressoché quotidiani. Si va da qualche decina di minuti quando va bene alle mezzore quando va peggio. E il tema ricorrente è ormai quello dei guasti. Guasti ai treni come accaduto proprio ieri o, più spesso, ai passaggi a livello come il giorno precedente.

Quei passaggi a livello la cui eliminazione, almeno di una parte, è contemplata nel cosiddetto pacchetto olimpico con una dotazione finanziaria di oltre 80 milioni di euro. L’iter per le procedure di esproprio dei terreni interessati dalle opere viarie sostitutive è partito, ma intanto rallentamenti e disagi restano.

«I guasti ai passaggi a livello sono un problema serissimo - dice Michele Fedele, responsabile dei trasporti della Cisl di Sondrio - da risolvere in maniera impellente, in tempi rapidi. Il nostro sistema dei trasporti intermodale è infatti basato sul treno, ogni ritardo compromette il servizio nel suo complesso». E va bene che l’intervento per la soppressione di 19 passaggi è contemplato nelle opere olimpiche, sostiene Fedele, «ma siamo molto in ritardo e non possiamo permetterci di attendere il 2026».

La linea a binario unico non consente di ammortizzare i ritardi causati dai guasti, semmai li amplifica. «E’ dal 2010 che lo andiamo dicendo - aggiunge Fedele -: la nostra ferrovia ha bisogno di questo intervento. Negli ultimi due mesi, da quando i treni sono tornati a circolare, i ritardi, molti dei quali attribuibili all’infrastruttura ferroviaria, sono pressoché all’ordine del giorno».

Una situazione che tocca tutti, dai lavoratori pendolari agli studenti, fino ai turisti, e che la provincia di Sondrio condivide con il resto della Lombardia. Un tema che sarà certamente tra i più “caldi” dell’imminente campagna elettorale per le regionali.

Sull’inaffidabilità dei treni si è mossa anche l’Unione degli studenti universitari lombardi che ha raccolto quasi tremila risposte su tre questionari tra coloro che utilizzano il servizio. Dai risultati emerge che quasi nessuno promuove a pieni voti il servizio, mentre il 40% lo ritiene insufficiente o addirittura pessimo e il 60% dà invece un voto buono o sufficiente.

«Il gradimento in termini numerici - spiega Simone Agutoli di Tirano, referente dell’Udu Lombardia - è di 2,7 su 5. Le problematiche che emergono sono sostanzialmente tre: i ritardi, ce ne sono troppi e non consentono agli studenti di organizzare i propri ritmi di vita adeguatamente; la scarsa sicurezza in tutti gli orari, in stazioni grandi e piccole e anche sui treni e i costi. Le tariffe in Italia non sono particolarmente alte, ma in Lombardia non viene riconosciuta alcuna scontistica seria per gli studenti che devono spendere circa 60 euro al mese».

A questi risultati già acquisiti si aggiungeranno quelli che l’Udu sta raccogliendo insieme alla Filt Cgil attraverso un nuovo questionario che sta girando proprio in queste settimane. Anche in provincia di Sondrio.

«Soprattutto in Valtellina dove la situazione è disastrosa – dice Andrea Frangiamore della Filt Cgil -. lo era già prima dei lavori di quest’estate e continua ad esserlo adesso. Soprattutto con i passaggi a livello che continuano ad andare in tilt». I dati raccolti saranno sottoposti al nuovo governo regionale e a Trenord nella speranza che servano a smuovere le acque.

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