
Cronaca / Sondrio e cintura
Giovedì 25 Maggio 2023
Treni fermi, cresce il traffico pesante
Frana e viabilità in crisi Con il passaggio di Levissima su gomma si stima un aumento del 20% dei mezzi pesanti. Pesa l’incertezza sui tempi di riapertura delle ferrovia. Fedele (Cisl): «Inoltre si fa sentire la mancanza di camionisti»
Ferrovia chiusa, merci costrette a viaggiare su gomma e nessuna indicazione alle imprese di quando potranno essere messe nuovamente sui vagoni.
Ci sono i pendolari, prime vittime dei disagi causati dal fermo dei treni, ma anche le imprese tra coloro che attendono di conoscere il destino della linea ferroviaria bloccata da venerdì scorso sul lago di Como a causa della frana scesa a Fiumelatte.
Pianificazione fondamentale
«Ad oggi non abbiamo avuto alcuna indicazione sui tempi» dice sconsolato Matteo Lorenzo De Campo, presidente provinciale degli Autotrasportatori Fai, oltre che vicepresidente di Confcommercio e amministratore delegato del gruppo Maganetti, che già all’indomani della chiusura aveva chiesto che fossero fornite informazioni chiare agli operatori economici «perché - aveva detto - la pianificazione è fondamentale per le imprese. In questi giorni la presenza di scorte ha reso meno drammatica la situazione, ma se la chiusura dovesse protrarsi, dovremmo rivedere tutto».
L’anno scorso, nel periodo giugno-settembre, erano stati i cantieri di ammodernamento della ferrovia tra Colico e Tirano a mettere in difficoltà le aziende, quest’anno, dopo lo choc di quell’esperienza con poco preavviso per organizzarsi, c’era stato il tempo di programmare le attività e i trasporti in vista della chiusura del tratto tra Tirano e Sondrio dal 9 giugno, ma nessuno aveva messo in conto che sarebbe arrivata una nuova emergenza a rimescolare le carte in tavola e costringere le imprese che utilizzano i treni per movimentare i propri prodotti o per ricevere gli approvvigionamenti a rivedere i propri piani.
Lo sta facendo De Campo, lo sta facendo il Gruppo Sanpellegrino cui fa capo anche la Levissima, che ha dovuto spostare su gomma tutto ciò che prima viaggiava sui binari. Un carico che da solo, secondo la stima fatta già nel 2022 dall’Aci di Sondrio, visto che dati certi da Levissima non ne arrivano, vale il 20% aggiuntivo di traffico pesante sulle strade della provincia. I disagi economici e di disponibilità delle merci rischiano di farsi nuovamente sentire come accadde la scorsa estate.
Il problema è sempre lo stesso: ogni volta che si verifica un evento sul lago, la Valtellina, in un modo o nell’altro, resta bloccata. «Viviamo in una situazione di continua emergenza - dice Michele Fedele, responsabile Traporti della Cisl di Sondrio -. E se la situazione non si sbloccherà in tempi brevi rischiamo di aggiungere disagio a disagio con ulteriori problemi per chi si muove con i mezzi pubblici e per le merci».
L’interruzione del tratto ferroviario del lago potrebbe infatti sovrapporsi a quello del collegamento valtellinese tra Sondrio e Tirano senza soluzione di continuità. «Un problema ulteriore che non era stato calcolato - aggiunge Fedele - e che potrebbe avere ricadute anche sull’organizzazione del servizio bus».
Un ulteriore problema
L’anno scorso, tutto sommato, la sostituzione dei treni con le corse automobilistiche era andata bene, ma quest’anno si pone un problema in più che è quello degli autisti «che – dice Fedele – sono diminuiti per tutte le società. E se è vero che potrà essere dirottato su questo servizio il personale dei trasporti scolastici, è altrettanto vero che dovendo far fronte a più “buchi” di linea qualche rischio di un servizio sotto dimensionato c’è».
E conclude: «Dovremmo avere delle vie alternative, perché la ferrovia e la strada di collegamento della Valtellina corrono sulla stessa direttrice che è anche particolarmente fragile. La via più facile sarebbe quella del traforo del Mortirolo, una risorsa per lo sviluppo anche economico».
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