
(Foto di Foto Gianatti)
Castione Andevenno Le misure cautelari dopo le prime indagini che hanno accertato l’origine dolosa del rogo Tutti residenti a Milano: due accusati come autori materiali e l’altro per aver fornito le targhe del furgone usato
È doloso l’incendio che due settimane fa ha completamente distrutto il capannone della Work Safety Spa a Castione Andevenno.
Ormai non ci sono più dubbi in merito, tanto che i carabinieri della Compagnia di Sondrio ieri mattina hanno arrestato e condotto nel carcere di San Vittore tre uomini residenti a Milano, due di quali accusati di essere gli autori del rogo, mentre il terzo li avrebbe aiutati fornendo targhe false per il mezzo utilizzato per il “raid”.
Un furgone bianco, lo stesso la cui presenza aveva fatto insospettire diverse persone, che fin da subito avevano segnalato la sua fuga ai carabinieri facendo ipotizzare che dietro alle fiamme ci fosse la mano dell’uomo.
Infatti, le indagini dei militari dell’Arma sono partite immediatamente, sin dalla fase di spegnimento delle fiamme da parte dei Vigili del fuoco, durata diverse ore. Hanno ascoltato i testimoni presenti, sono stati loro che da subito hanno fatto propendere per l’origine dolosa del rogo. Avevano visto un furgone bianco con due persone a bordo allontanarsi a forte velocità dal parcheggio esterno della ditta, poco prima che le fiamme iniziassero a divampare, e negli stessi istanti avevano sentito un forte scoppio provenire dall’interno del capannone andato distrutto. Visionando i filmati estrapolati dai sistemi di videosorveglianza presenti in zona, gli investigatori sono risalita al furgone, un Fiat Fiorino noleggiato da una società di Milano, a cui gli occupanti avevano sostituito le targhe, appena giunti in Valtellina, con altre appositamente tolte dalla macchina di un complice, anche lui ieri sottoposto a misura cautelare.
I due si sono poi diretti verso la ditta Work Safety di Castione Andevenno e lì hanno innescato dopo pochi minuti l’incendio per poi allontanarsi a forte velocità abbandonando le targhe posticce in un terreno incolto a Berbenno di Valtellina. Sono state rinvenute dai carabinieri e poste sotto sequestro, anche se il proprietario ne aveva nel frattempo denunciato il furto.
A questo punto è stato necessario dare un nome agli occupanti del furgone e i militari ci sono riusciti comparando le immagini delle telecamere con le fotografie dei cartellini fotosegnaletici presenti nella banca dati delle forze di polizia. Ed ecco il riscontro: due 51enni (M.D. e T.P. le iniziali dei loro nomi) residenti a Milano, già denunciati in passato per vari reati e dipendenti della società che aveva preso a noleggio il furgone, che comunque è risultata estranea al fatto.
Così ieri mattina i carabinieri sondriesi, insieme ai colleghi della Compagnia di Milano Porta Manforte, hanno eseguito le tre misure cautelari (oltre ai due autori materiali del rogo, arrestato anche il proprietario dell’auto, M. C., 40enne anche lui domiciliato a Milano, nei cui confronti sono emersi chiari elementi indicatori della sua complicità). Gli arrestati, fermati nelle rispettive abitazioni, sono stati tradotti nel carcere di San Vittore e posti a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Resta, però, una domanda, forse quella più importante: perché i piromani hanno preso di mira il capannone della Work Safety? Qual è il movente dietro allo spaventoso incendio? Una domanda a cui i carabinieri stanno cercando ora di dare risposta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA