Tragica immersione in un lago ghiacciato. Muore subacqueo di Sondrio

In Svizzera Giuseppe Flematti, 48 anni, originario di Ponchiera, morto durante un immersione nel Vallese. Viveva a Ginevra ed era un esperto sommozzatore. Era sceso nel lago di Taney per ammirare i giochi di luce

Era originario di Ponchiera Giuseppe Flematti, il sub di 48 anni morto domenica sera, dopo che sabato si era sentito male durante un’immersione in un lago alpino ghiacciato in Svizzera, dove abitava da anni.

La notizia della morte di Flematti, 48enne residente a Ginevra ma con forti legami nel capoluogo valtellinese - dove ancora vive la famiglia - ha sconvolto le tante persone che lo conoscevano: nonostante da tempo si fosse trasferito nella Svizzera francese, dove lavorava come massoterapista, aveva infatti mantenuto molti contatti, anche sui social network.

A 1.400 metri

La tragedia sabato alle 15 nel lago Taney, nel Vallese, a 1.400 metri di quota, sui monti che sovrastano il lago Lemano, al confine con l’Alta Savoia francese. È una meta molto frequentata dai subacquei anche d’inverno, perché sotto lo strato di ghiaccio è possibile ammirare un vero e proprio spettacolo di luci e di riflessi.

Flematti era un grande appassionato di immersioni e stava partecipando a un’uscita organizzata da un circolo, alla quale hanno partecipato una quindicina di appassionati. Era entrato nel lago e, improvvisamente, ha accusato un malore. I compagni se ne sono accorti e sono stati loro ad estrarlo («rapidamente» scrive la polizia svizzera) dal ghiaccio. Ma era già privo di conoscenza. Le sue condizioni sono apparse subito critiche.

Dopo il primo soccorso effettuato sul posto, Flematti è stato trasferito a bordo di un elicottero all’ospedale universitario di Losanna, dove è morto domenica sera.

Sull’accaduto indaga la magistratura svizzera, per stabilire principalmente se sono state rispettate tutte le misure di sicurezza previste per questo tipo di escursioni.

Sforzo notevole

«L’acqua è gelida, intorno a uno o due gradi circa e a quelle condizioni il fisico è messo a dura prova - ha spiegato alla stampa Nicola Brischigiaro, ideatore e precursore delle apnee estreme sotto il ghiaccio in alta quota -. La temperatura dell’acqua induce l’organismo ad una vasocostrizione fisiologica e ad altre modificazioni importanti sull’apparato cardiaco e respiratorio. Il cuore in particolare è sottoposto ad uno stress estremo e deve essere in perfetta efficienza in quanto, in condizioni estreme come quelle che si trovano sotto il ghiaccio, non sono rari flutter atriali (battiti irregolari) e altri aspetti che potrebbero dare problematiche importanti».

Sfogliando la pagina Facebook di Giuseppe, appare chiaro quanto le immersioni fossero la sua passione. Tante foto e video di lui mentre si appresta a tuffarsi in acqua, anche d’inverno, anche quando le temperature scoraggiano pure i più temerari.

A dicembre aveva partecipato alla “Coupe de Noel”, ossia la “Coppa di Natale”, a Ginevra, un avvenimento sportivo di nuoto invernale in acque libere che si tiene nel periodo natalizio sul lago Lemano a Ginevra.

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