Trafori ferroviari
«Trovate i fondi
per i primi progetti»

Approvato in provincia un ordine del giorno che impegna a finanziare almeno tre studi di fattibilità. Verso l’Alto Adige, la Val Camonica e la Val Mesolcina

Un’ampia rete ferroviaria per collegare la Valtellina a nord e sull’asse est-ovest, facendola diventare parte integrante di un sistema alpino che guarda al futuro puntando sulla mobilità sostenibile.

Va in questa direzione l’ordine del giorno che il consiglio provinciale ha approvato all’unanimità ieri e che si sostanzia fondamentalmente nella possibilità di sviluppo di tre direttrici principali: da Tirano alla Val Venosta passando per Bormio e il traforo dello Stelvio; da Tirano alla Valcamonica e il collegamento, sempre ferroviario, Bellinzona - Chiavenna - Val Bregaglia - Sankt Moritz attraverso la Mesolcina.

«La mobilità sostenibile è un tema caro a tutti - la premessa del presidente della Provincia, Elio Moretti che al tavolo del Pnrr aveva già portato la proposta di completamento della Milano-Tirano fino a Bormio - e siamo chiamati a guardare avanti con lungimiranza. E questo è il momento storico giusto per pensare in grande».

Di certo l’ipotesi su cui il consiglio provinciale ha deciso d’impegnarsi e di chiedere al presidente di fare altrettanto, anche nel reperimento delle risorse per gli studi di fattibilità, è di quelle importanti. «Dei collegamenti ferroviari sostenibili se ne parla da decenni - ha ricordato Alessandro Pedrini illustrando il documento in aula -, ma non sono mai stati concretizzati. Riteniamo che una visione strategica attraverso la mobilità sostenibile sia fondamentale e ormai ineludibile»

Tra gli ambiti di intervento proposti, prioritaria è considerata la realizzazione della nuova dorsale alpina ferroviaria Milano-Valtellina-Alto Adige-Tirolo che attraverso il collegamento Tirano-Bormio-Val Venosta e galleria dello Stelvio affronta il problema dello sbocco verso nord, promuovendo al contempo la vivibilità dell’ambiente montano, il sostegno alle imprese e il miglioramento dell’accessibilità in chiave turistica.

«In una logica di rete ferroviaria alpina - si legge nell’odg - questa nuova infrastruttura consentirebbe di attivare anche il collegamento tra Tirano e la Valcamonica fino a Edolo con la possibilità di proseguire poi attraverso la Val di Sole e la Val di Non fino a Trento grazie alla ferrovia Trento-Malè-Mezzana».

La realizzazione del tratto Tirano-Bormio-Malles, lungo 67 chilometri consentirebbe il compimento della linea Milano-Bolzano attraverso la Valtellina lunga 315 km. Realizzata questa dorsale, con un traforo di soli 10 km, la provincia di Sondrio sarebbe collegata con Edolo, la Valcamonica e con Brescia.

Oltre a questo, in virtù della sua collocazione al centro delle Alpi, anche per Chiavenna si prospetta, in una visione d’insieme internazionale, una possibilità di collegamento con la Svizzera. Il consiglio chiede di dare avvio a uno studio di prefattibilità per la galleria della Mesolcina «che consentirebbe la connessione all’asse del San Gottardo, contatto strategico per il transito dei treni ad alta velocità tra Zurigo, Bellinzona, Lugano, Como e Milano».

Interventi di cui si parla da tempo, ma su cui ora il consiglio provinciale vuole fare un passo avanti. Per questo, oltre alle dichiarazioni d’intenti, chiede che in sede di variazione di bilancio di previsione 2022 e di interventi nell’ambito dell’Accordo quadro di sviluppo territoriale (Aqst) siano previsti il finanziamento e la realizzazione, anche in collaborazione con Trenord ed Rfi, degli studi di fattibilità della ferrovia Tirano-Bormio-Val Venosta e del collegamento ferroviario Tirano-Valcamonica, nonché lo studio preparatorio di prefattibilità della Mesolcina anche per valutarne la sostenibilità economica, ambientale e sociale.

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