
Cronaca / Sondrio e cintura
Venerdì 13 Gennaio 2023
Terza vittoria legale per l’ex maresciallo. Sullo sfondo le segnalazioni per gli Ufo
Il caso Alessandro Di Roio, già comandante dei carabinieri in Valmalenco, prosciolto dalle accuse di truffa e falso ideologico. Non imputabile per la grave situazione psico-fisica in cui si trovava. Il legale: «Colpa delle segnalazioni sugli Ufo»

Terza vittoria consecutiva per Alessandro Di Roio, 58 anni, sposato, nove figli, per anni e fino al 2019 comandante della stazione dei Carabinieri di Chiesa in Valmalenco. Ieri il luogotenente (ora in congedo) è stato mandato assolto anche dal Tribunale di Sondrio, decisione che segue l’annullamento da parte del Tar del procedimento disciplinare avviato a suo carico dai superiori e che segue la sentenza di non doversi procedere, emessa il 12 ottobre dello scorso anno dal Tribunale militare di Verona.
Decisione veloce
Ci ha messo pochissimi minuti a decidere il giudice monocratico Carlo Camnasio, in capo al quale era incardinato il procedimento. Neanche il tempo di ritirarsi in camera di consiglio per valutare la requisitoria del pm Marialina Contaldo (che ha chiesto una condanna a 15 mesi) e l’arringa del difensore Marco Della Luna, che subito è tornato in aula col verdetto finale.
«Assolto per non imputabilità», ha sentenziato, laddove la non imputabilità discende dalla grave situazione psico-fisica in cui si trovava il maresciallo Di Roio all’epoca dei fatti contestati. L’accusa era di truffa e falso ideologico.
Da tutti stimato, non solo in Valmalenco, dove ormai era considerato “connaturato al sistema”, eppure non abbastanza per evitare il controllo interno all’Arma stessa, che a un certo punto, stanti i rilievi mossi da alcuni colleghi, sono scattati pedinamenti ed appostamenti per verificare che, quanto dichiarato sugli ordini di servizio corrispondesse poi, al vero.
Secondo i superiori dell’epoca - ci riferiamo alla prima metà del 2019 - no, la corrispondenza non c’era: tesi ribadita ieri mattina in aula dallo stesso pubblico ministero. La pm è tornata sui reati di truffa e falso ideologico contestati a Di Roio, in relazione a quattro ordini di servizio che avrebbe sottoscritto, indicando orari diversi di ingresso in servizio rispetto a quelli dati per effettuati dai superiori. Secondo l’accusa li avrebbe anticipati, arrivando così a sottrarre allo Stato la cifra di 110,15 euro lordi, pari ad 80 euro netti.
Ricostruzione che Di Roio nega risolutamente, ribadendo di «non aver mai falsato alcun atto», ci ha detto ieri, prima e dopo il processo cui ha assistito, come ha sempre fatto anche nelle altre cinque udienze che lo hanno coinvolto, e come ha fatto anche al Tribunale militare di Verona, deciso a bere l’amaro calice fino in fondo.
Accanimento
Secondo il suo avvocato Marco Della Luna le false accuse sarebbero nate «a causa della mole di moduli di avvistamento di Ufo, oggetti volanti non identificati - ha ricordato - Ben 23 quelli che ha inoltrato al comando provinciale di Sondrio dal 2013 al 2019, in seguito a precise segnalazioni giunte da cittadini e da turisti della Valmalenco. Segnalazioni che da Sondrio dovevano poi essere inviate al Ministero della Difesa e all’Aeronautica militare. Questo flusso di materiale “ufologico” però infastidiva, non era gradito, aspetto più volte comunicato al mio assistito ed evidenziato in aula anche da uno dei nostri tre testimoni, il luogotenente Flavio Oberosler».
E un dossier con tutte le testimonianze sugli avvistamenti Ufo raccolte da Di Roio, è stato depositato anche in Tribunale, in quanto, nella penultima udienza il giudice lo aveva richiesto. La veridicità delle testimonianze non era oggetto del contendere anche se ieri in aula tra gli spettatori c’era anche Felice Sirtori, di Sondrio, referente del Gruppo accademico ufologico Scandicci.
Siano stati gli Ufo, le testimonianze rese in aula, o, piuttosto, il complesso delle risultanze processuali, fatto sta che Di Roio è uscito indenne dal tourbillon che l’ha investito, anche se il pubblico ministero o la Procura generale potrebbero presentare appello.
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