Tecnologia all’avanguardia per asfaltare le strade

Albosaggia L’assessore: «Ieri la prova in via Donadelli con tecnica di rigenerazione dell’asfalto, proposta da Simex. Non si fresa più»

Sperimenta una tecnologia all’avanguardia per asfaltare le strade il Comune Albosaggia nell’ottica della sostenibilità e del riciclo, in sintonia con la certificazione ambientale Emas di cui il municipio orobico è dotato da più di un decennio.

Un intervento che è stato realizzato ieri mattina in via Donadelli su un tratto in evidente degrado, dove «abbiamo deciso di sperimentare - spiega Mirco Rovedatti, assessore ai Lavori pubblici - questa innovativa tecnologia di rigenerazione dell’asfalto, che ci è stata proposta a titolo dimostrativo da Simex», azienda che ha la sede a San Giovanni in Persiceto in provincia di Bologna.

Prima in Valtellina

«In assoluto è la prima volta in Valtellina, la seconda in Lombardia - martedì è avvenuto in provincia di Bergamo -, che viene fatta una dimostrazione di questo tipo - prosegue Rovedatti, che è stato sul posto insieme a Nicola Nucci, Sales area manager dell’azienda – con innegabili benefici e vantaggi, ma soprattutto che si sposa con la “filosofia” di un Comune certificato Emas come quello di Albosaggia».

Procediamo per gradi. Normalmente «il ciclo di sistemazione di una strada, il cui manto richiede manutenzione, si svolge in più tappe - prosegue l’assessore -: prima si toglie lo strato di asfalto ammalorato con la fresatrice, materiale che deve essere smaltito in impianti o in discarica. Dopodiché con la finitrice si stende il nuovo tappeto d’asfalto».

Con Simex ART, come si chiama questa tecnologia brevettata specificatamente studiata per la rigenerazione del conglomerato bituminoso, «si riutilizza invece il 100% del materiale presente in sito senza asportazione di fresato o aggiunta di altri materiali». In altre parole il manto ammalorato che viene tolto, grazie a questo macchinario, al cui interno c’è un impianto con particolari additivi ecosostentibili, viene “riciclato” e riutilizzato. I vantaggi sono di tipo logistico e operativo, «ma soprattutto ambientali - pone l’accento Rovaedatti -. Anzitutto è a impatto zero, poiché si riutilizzano materiali preesistenti, riciclando e riabilitando l’asfalto usurato. Vengono inoltre impiegati materiali ecocompatibili, non si utilizzano più mezzi, quindi meno inquinamento atmosferico e non si devono gestire materiali o rifiuti speciali». Dall’esperimento fatto, «anche i tempi di esecuzione sono più veloci con un cantiere di dimensioni ridotte», di conseguenza con meno ripercussioni sul traffico veicolare e da quanto si è appreso risparmiando risorse, non essendoci costi per il reperimento ed al trasporto di nuove materie prime e inerti vergini, come avviene nella modalità “standard”.

Tenuta da valutare

«Alla luce della sperimentazione fatta adesso valuteremo la tenuta del tratto interessato da questa dimostrazione di rigenerazione», con l’intenzione di adottare in un prossimo futuro la nuova tecnologia.

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