Studenti geniali: un robot per la maturità

Innovazione Marco Tellaroli e Donato Arcelaschi dell’istituto Mattei hanno realizzato il dispositivo a scuola con una stampante 3D

Un colloquio per due. Marco Tellaroli e Donato Arcelaschi, candidati della quinta B Elettronica dell’Itt Mattei di Sondrio, davanti alla commissione d’esame, si sono presentati ciascuno con il robot antropomorfo, che insieme hanno interamente progettato e realizzato con una stampante 3D nel laboratorio della loro scuola, all’interno di un progetto di alternanza scuola-lavoro. Quello che oggi in gergo si chiama Percorso per le competenze trasversali e per l’orientamento (Pcto).

Marco il colloquio l’ha sostenuto mercoledì, Donato, che è stato anche rappresentante d’istituto, ieri mattina. Come è andata non è dato sapersi, dovendo attendere per conoscere gli esiti della maturità. Quel che è certo è che la loro creazione non è passata inosservata agli occhi dei commissari, trattandosi si un robot in grado di prendere e spostare oggetti, di muovere mani e braccia, di giocare a “carta, sasso, forbice”. Addirittura sa interpretare una parola detta da un umano e trasformarla nel linguaggio dei sordomuti.

Sono i due compagni di classe a raccontare come è nata la loro “creatura”: «Purtroppo, a causa della pandemia, non abbiamo avuto la possibilità di fare stage in azienda. Ma il nostro professore di elettrotecnica Alessandro Passarella, la scorsa estate, ci ha dato la possibilità a giugno di stare due settimane in più, dopo la fine della scuola, per realizzare progetti in laboratorio per i Pcto» spiegano Marco e Donato.

In quei quindici giorni i due hanno creato, «con due stampanti 3D un braccio robotico». C’era solo la mano e l’avambraccio. Ma la passione li ha spinti oltre: «Non sapendo ancora all’inizio di quest’anno scolastico come sarebbe stato formulato l’esame e soprattutto per passione abbiamo deciso di proseguire» e hanno costruito il robot.

Grazie a una serie programmi da loro realizzati e a una intelligenza artificiale sviluppata in Python, «attraverso un sensore di posizione - fanno alcuni esempi - il robot replica dei movimenti fatti da una persona» in carne e ossa, come hanno dimostrato alla commissione.

«Il sensore a infrarossi collegato al computer permette di conoscere la posizione dell’essere umano e la trasmette al robot che di conseguenza si muove». Grazie a un altro programma, sempre con lo stesso procedimento, «il robot riconosce la mano e in base al movimento delle dita umane sa giocare a “sasso, carta e forbici”, ma vince sempre lui, perché così l’abbiamo programmato».

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