Stretta sui clochard. «Regole severe
ma anche più aiuti»

Il dibattito Il vicesindaco Canovi torna sulla vicenda. «A ottobre il nuovo centro per la povertà alla Piastra». Le opposizioni però attaccano: «Misure demagogiche»

Una quindicina di clochard, di cui solo 3 o 4 dormono attualmente all’aperto,«per loro scelta» come specifica il vicesindaco di Sondrio Francesca Canovi. Ma anche Centro di prima accoglienza saturo e nuovi posti messi a disposizione dalla parrocchia con l’aiuto del Comune, container di via Moro allestito in via emergenziale per l’inverno rimasto aperto anche durante l’estate e che palazzo Pretorio sta pensando di raddoppiare e una media di 120/130 pasti al giorno alla mensa dei poveri alla Piastra.

La stretta

Sono questi i numeri attuali che raccontano il fenomeno dei senza tetto in città così come emersi, in parte, durante il dibattito sul nuovo regolamento di polizia urbana che vieta pernottamento e presenze stanziali in tutte le aree pubbliche del capoluogo prevedendo sanzioni amministrative da 100 a 300 euro, più l’obbligo di accompagnamento ai servizi del territorio e, in caso di mancato rispetto sanzione doppia e facoltà del Questore di emanare daspo urbani, ovvero il divieto di accesso fino a 12 mesi (2 anni nel caso di reati contro persone e o patrimonio) in determinate aree.

Misure di repressione e prevenzione volute dall’amministrazione comunale per cercare di arginare il fenomeno, pur nella consapevolezza di dover mettere in atto anche tutta una serie di interventi di carattere sociale - «e lo stiamo facendo» ancora Canovi -, ma che la minoranza consiliare bolla come «demagogiche». «Il nuovo regolamento risolve il problema degli occhi, in alcune parti della città, ma non delle persone» sottolinea Francesco Bettinelli (Sondrio democratica).

«Vedere queste persone in queste condizioni fa male alla vista certamente, ma anche al cuore - aggiunge Bettinelli -. Riconosciamo il lavoro straordinario fatto dal Terzo settore e dalla parrocchia per cercare di affrontare questo che è un fenomeno di disagio sociale e culturale, di povertà ma vorremmo che anche il Comune facesse di più. E non con questa modifica al regolamento che possiamo anche arrivare a capire tecnicamente, ma che non affronta davvero la questione. Se le persone non le aiutiamo e semplicemente le spostiamo da una parte all’altra, possiamo essere soddisfatti? Magari la priorità dovrebbe essere aiutare le persone e fare in modo che il territorio possa essere più accogliente. Questa discriminante è decisiva».

Secondo Bettinelli bisognerebbe innanzitutto preoccuparsi di coordinare le risorse, capire di cosa e quanto c’è bisogno. E metterlo a disposizione. «Perché intanto - aggiunge Roberta Songini del Pd - è stato chiuso il drop in dove le persone potevano occuparsi della propria igiene e lavare i vestiti e non è stata pensata alcuna alternativa».

Il container, che non è collegato alla rete fognaria, non può essere una risposta dignitosa: «Non ci andrei neppure io» specifica Pierluigi Morelli in risposta al fatto che qualcuno dei senza tetto ha rifiutato il posto letto. «Qualcuno non ha neppure voluto andare in albergo» ha aggiunto Canovi in difesa dell’operato del Comune.

La dignità delle persone

«Nel regolamento manca la dignità delle persone, le spostiamo come dei pacchi da una parte all’altra» ancora Morelli. «Prima di intervenire sul piano sanzionatorio mettendo mano all’articolo 7 bisognava intervenire su quello sociale» la posizione anche di Alberto Maspero, di Sinistra per Sondrio.

Le prossime misure

Interventi sociali che a fronte dell’aumento del disagio sociale e delle forme di povertà, anche di natura culturale, comunque ci saranno. «Siamo in costante contatto con le associazioni del Terzo settore per risolvere i problemi - assicura il vicesindaco Canovi -. Qualche giorno fa c’è stato il tavolo di coordinamento sulla povertà alla presenza del sindaco con tutti i soggetti interessati e a breve, a ottobre, sarà aperto il nuovo centro per la povertà alla Piastra fortemente voluto da questa amministrazione. Lì ci saranno docce e bagno e le persone potranno chiedere e trovare un aiuto concreto alle differenti esigenze. Non mettiamo in atto solo politiche repressive. Stiamo investendo tanto anche sul sistema di videosorveglianza. Tutte azioni, da una parte di aiuto e dall’altra di prevenzione e di carattere sanzionatorio, che mirano a trovare un equilibrio per garantire un buon grado di serenità a tutti i cittadini, senza dimenticare nessuno».

© RIPRODUZIONE RISERVATA