Spesa nei Comuni vicini
Ecco quando e come si può

La Prefettura fornisce ulteriori precisazioni. «Prevale la linea adottata nella scorsa primavera»

Di marcia indietro non si può certo parlare, ma il prefetto di Sondrio, Salvatore Pasquariello, ha voluto dare ulteriori precisazioni riguardo gli spostamenti consentiti dopo le comunicazioni di mercoledì, che avevano in realtà causato qualche polemica.

Le possibilità

«In merito alla possibilità di recarsi in altri Comuni per acquistare generi alimentari e beni di prima necessità - scrive - si precisa che gli spostamenti sono consentiti presso Comuni vicini qualora non sia possibile effettuare la spesa nel proprio Comune quando, ad esempio, in ambito comunale non ci sono punti vendita o sia necessario acquistare con urgenza un bene non reperibile presso lo stesso, o il punto vendita più vicino a casa propria si trovi effettivamente in un Comune vicino, o gli esercizi commerciali presenti nel medesimo siano insufficienti a soddisfare il bacino di utenza».

Tali indicazioni «sono da considerarsi a titolo esemplificativo, nel senso che sussistono altre circostanze che possono giustificare uno spostamento, dato che il concetto di necessità e urgenza deve necessariamente essere declinato con buon senso».

«È evidente, infatti- prosegue la nota -, che occorre tenere conto, da un lato, della particolarità di questa provincia che si connota per la presenza di piccoli Comuni, all’interno dei quali vi sono esercizi commerciali di limitate dimensioni non sempre provvisti di tutti gli articoli; dall’altro, di chi versa in una situazione di ristrettezza economica, magari acuita dalle conseguenza della pandemia, tale per cui la scelta dell’esercizio commerciale risulta essere dirimente a causa della differenza notevole di prezzo». Pertanto, «in linea con la gestione della fase emergenziale della primavera scorsa, che ha avuto riscontri ampiamente positivi, lo scrivente e i componenti del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica hanno unanimemente confermato tale interpretazione ritenendola funzionale alla prevenzione di turbative all’ordine pubblico».

«Permette, infatti - scrive il prefetto - di evitare il concentrarsi di utenti presso un unico supermercato per il mero rispetto del criterio della residenza e consente di spostarsi nei Comuni vicini al fine di una migliore distribuzione di persone nell’ottica di evitare la formazione di assembramenti».

Nessun cambiamento, invece, per quanto riguarda parrucchieri e barbieri: «si può andare anche al di fuori del proprio Comune di residenza». Nella nota emessa ieri, il prefetto ha chiarito anche «l’opportunità di recarsi nel territorio comunale di Livigno per effettuare rifornimento di carburante: è riconosciuta solo in favore dei residenti nel Comune di Valdidentro, nel cui territorio non sono presenti impianti di carburante e degli autotrasportatori».

I centri islamici

Infine, una precisazione che potrebbe far discutere. «Relativamente alla possibilità di frequentare i centri culturali islamici di Sondrio e di Gera Lario in provincia di Como, si è preso atto che gli stessi non rientrano nella categoria dei  “centri di culto”; pertanto, in ossequio all’articolo 1, comma 9, lettera f) del Dpcm in esame, è da ritenersi sospesa la loro attività - si legge ancora nella nota della Prefettura -. A tal proposito giova rammentare che la lettera p) della norma in esame prevede che “l’accesso ai luoghi di culto avviene con misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro”; pertanto, in occasione di funerali, è consentito lo spostamento anche da parte di persone non parenti, fermo restando il rispetto dei protocolli che evitino di creare assembramenti nelle chiese, nei cimiteri e nei luoghi sacri».

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