Sondrio zona arancione
Ora è molto improbabile

Covid In queste ore si decide sul possibile allentamento delle restrizioni soltanto in alcune province. Ma la nostra non sembra essere tra queste

Da zona rossa di massima allerta ad arancione? Non solo una questione di sfumature di colore per la Lombardia e, in particolare, per la provincia di Sondrio alle prese con le limitazioni imposte dalla seconda ondata di contagi da Covid.

Alla vigilia del 20 novembre, scadenza delle due settimane dall’entrata in vigore dell’ultimo dpcm che ha colorato la cartina d’Italia di giallo, arancione e rosso, lasso di tempo minimo indicato dal ministro della Salute Speranza per decidere se alcune province possano o meno cambiare classificazione all’interno della regione di riferimento, l’eventuale allentamento delle misure di contenimento torna al centro dell’attenzione e del dibattito politico. Pur in uno scenario differente rispetto al 5 novembre, tanto da fare pensare che non ci possano essere eccezioni per la provincia di Sondrio.

Ieri si è discusso del tema nel corso della riunione della conferenza Stato-Regioni, con le richieste più pressanti da parte di Lombardia e Piemonte che chiedono al Governo decisioni in tempi rapidi sulla sorte dei loro territori, insieme alla revisione dei 21 parametri attualmente utilizzati per disegnare le mappe, tra cui l’ormai famoso indice Rt che indica la velocità di diffusione del virus.

In attesa delle valutazioni romane sul complesso del territorio regionale, in settimana al tavolo milanese si discuterà della situazione delle diverse province lombarde.

Un confronto al quale parteciperanno il presidente Attilio Fontana, l’assessore al Welfare Giulio Gallera, l’assessore agli Enti locali e Montagna Massimo Sertori, i sindaci di tutti i capoluoghi lombardi e i presidenti delle Province.

Una riunione tenuta con cadenza costante dall’inizio della pandemia per l’aggiornamento della situazione sanitaria, ma che questa volta sarà incentrata proprio sulla possibilità di allentamento delle misure per alcune zone, indipendentemente dal colore generale della regione.

Non omogenea

Una questione legata alla disomogeneità dell’emergenza che era già stata posta nelle settimane scorse: subito all’indomani dell’entrata in vigore del dpcm, Brescia, Bergamo, Mantova, Cremona e anche Sondrio avevano chiesto l’alleggerimento delle misure al tavolo dell’Upl, alla presenza dell’assessore regionale Sertori.

In quei giorni il centro dell’epidemia erano soprattutto Milano, Varese, Como e Monza-Brianza, i tre territori meno colpiti a marzo e aprile, mentre province come Brescia, Bergamo, Mantova, Lodi, Cremona e anche la stessa Sondrio avevano numeri decisamente inferiori. Forti di questi dati i sindaci di Valtellina e Valchiavenna, per voce del presidente di palazzo Muzio Elio Moretti, avevano chiesto un’attenzione diversa.

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