Sondrio: via ai saldi estivi, ma senza la “notte”

Commercio Quest’anno non ci sarà la serata di apertura dei negozi in occasione del via alle vendite scontate. Secondo un’indagine dell’Unione lo shopping serale non funziona. Senini: «Non è un bel segnale per la città»

Saldi estivi al via anche a Sondrio, ma senza la notte dello shopping che negli ultimi anni aveva caratterizzato il primo giorno di vendite scontate. Non ci saranno i negozi aperti domani sera nelle vie del centro città.

A dispetto di quanto accadrà invece nella vicina Tirano, l’iniziativa proposta negli ultimi anni dall’Unione del commercio e del turismo, parte integrante del programma di “Sondrio è...estate”, è naufragata sotto il peso dell’indagine che la stessa Unione ha condotto tra i negozianti secondo cui lo shopping serale non funziona.

Chi vorrà acquistare questo o quel capo, costumi, borse o scarpe scontate dovrà “accontentarsi” delle ore del giorno da domani e fino al 30 agosto quando i saldi in Lombardia, ma anche in quasi tutte le altre regioni d’Italia, avranno inizio e fine.

Sempre che qualche catena o qualche singolo esercente non decida autonomamente di rinverdire i fasti del sabato sera. Tra loro Christian Senini del negozio di abbigliamento On off: «Siamo molto dispiaciuti che non sia stata organizzata la notte dei saldi - dice Senini -: non è un bel segnale per la città e metterà ancora in evidenza lo scollamento tra negozianti e cittadini. Noi comunque domani sera saremo aperti come credo altri colleghi e non solo per profitto, ma per contribuire attivamente al cambiamento che il Comune sta cercando di portare avanti per trasformare la città in un luogo accogliente e non solo punto di riferimento del terziario».

«Niente notte dei saldi quest’anno - dicono dal negozio di camicie Ingram in galleria Campello -, ma noi secondo la politica della casa madre terremo aperto domenica. Speriamo che nonostante il caldo e la giornata festiva qualcuno abbia voglia di fare acquisti».

Quest’anno le aspettative dei commercianti sulle vendite promozionali sono meno alte che in passato. Un po’ perché ormai ci si è abituati ad un andamento più lento, ma soprattutto perché, proprio vista l’aria di crisi economica causata dalla pandemia prima e dagli aumenti dei beni di prima necessità poi, i negozianti hanno comprato meno e dunque si ritrovano praticamente senza magazzino.

«Non ci sono particolari aspettative - dice Gianfranco Bassi della pelletteria Ragazzoni in via Dante -. Anche parlando con i colleghi la tendenza è a non far troppo affidamento sulle vendite di fine stagione, se vogliamo chiamarle così visto che siamo all’inizio di luglio. La primavera è andata bene, tutto sommato si può parlare di un saldo positivo per cui la merce rimasta nei negozi non è poi così tanta».

Bassi, ma lo stesso vale anche per altri negozianti, ha più problemi a reperire la merce in tempi rapidi piuttosto che a venderla. Bene anche secondo la testimonianza di qualche commerciante tiranese che domani terrà la porta del negozio aperta.«Abbiamo avuto una buona stagione anche grazie al ritorno delle cerimonie di primavera e dei matrimoni - dice Ferruccio Priuli del Priuli shoes -. L’attenzione al rapporto qualità (made in Italy) prezzo ci ha ripagato con buoni risultati».

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