Sondrio, ultimo saluto
al “Comandante”

Polizia municipaleGrandissima commozione e ricordi toccanti ai funerali di Marzio Bonadeo in collegiata

Gli uomini illustri si riconoscono nell’estremo momento del commiato. E Marzio Bonadeo, il “Comandante” (spentosi all’età di 81 anni) che ha legato il suo destino alla città di Sondrio alla guida della polizia municipale dal 1986 al 2006, giorno del pensionamento, è stato insignito del più alto onore per un servitore delle istituzioni: l’affetto, la stima, la riconoscenza assoluta del popolo. Che lo amava.

E nessuno mancava al suo ultimo saluto, a iniziare dal solenne picchetto d’onore della polizia locale retto dall’autorevole presenza del comandante provinciale Mauro Bradanini in grande uniforme. Né mancavano i vertici dell’Unuci, di cui orgogliosamente faceva parte come “Il Capitano”.

Sull’altare maggiore

Accanto ai suoi familiari affranti e a un consistente numero di amici affezionati, c’era poi una folta rappresentanza della sezione sondriese del Corpo degli alpini in casacca azzurra, il cappello con la penna nera, schierati sull’altare maggiore della collegiata dei Santi Gervasio e Protasio gremita per la concelebrazione dell’arciprete don Cristian Bricola e del “vecchio carissimo amico” don Valerio Modenesi, che nella sua toccante omelia ha rievocato i tratti salienti di Bonadeo: «Una città in mano sicure con lui, con il “mio” capitano, vero punto di riferimento in tante manifestazioni. Di lui ricordo il suo amore per la montagna, quello per l’equitazione, ma soprattutto la straordinaria passione civile per il servizio alla città, perché lui era orgoglioso di rappresentare la polizia municipale».

Il posto in chiesa

Un ritratto commosso e sentito di un uomo semplice e buono al servizio degli altri, il cui posto in chiesa durante la Messa era sempre lo stesso, come quell’ultimo passo verso l’eucarestia. In silenzio e spirito d’umiltà. Una cerimonia funebre veramente toccante con le bandiere puntate verso l’alto nello squillo di tromba che ha scandito le vibranti note del “Silenzio” dopo la preghiera degli alpini.

È toccato poi al comandante Bradanini tessere il suo elogio funebre con accenti commossi, quasi in un devoto passaggio di consegne: «A Bonadeo devo molto: è stato il mio comandante per lunghi anni ed è stato il mio maestro di vita. Un signore d’altri tempi sempre proiettato al dialogo, pacato, sereno, conscio del compito a cui era destinato, seguendo sempre i più alti valori con il suo esempio».

E sono stati in tanti a piangere la sua dipartita ricordando il suo alto senso morale, la sua affabilità, la sua rettitudine irreprensibile.

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