«Sondrio turistica
a tutto ghiaccio»

L’analisi L’assessore Diasio conferma l’importanza del pattinaggio nella futura Arena in zona Policampus

«Godiamoci l’atleta e i risultati che ha saputo conseguire, capaci di dare lustro a tutta la Valtellina. Un numero di medaglie incredibile che rimarranno nella storia, punto d’orgoglio di tutta la valle. Le polemiche interne, fra atleti e Federazione, le lasciamo agli addetti ai lavori».

Queste le parole di Michele Diasio, assessore allo Sport del Comune di Sondrio, da noi contattato all’indomani delle ultime brillanti performance dell’atleta di casa nostra, Arianna Fontana, che seppur non essendo sondriese nel senso più stretto del termine, è comunque “contigua” al capoluogo, con il padre Renato di Polaggia di Berbenno, e la madre, Luisa Vedovatti, di Chiesa in Valmalenco.

Possibilità di allenarsi

Ed è emblematica la storia di Arianna per il mandamento di Sondrio, in quanto si è avvicinata al pattinaggio, ha “fatto le gambe” su terreni di gioco davvero artigianali, quali il campo da calcio ghiacciato, con ghiaccio naturale, del Colombino a Lanzada, unica località della zona in cui era presente una società storica, la Lanzada Ghiaccio, sorta nel 1965. Che per prima in provincia di Sondrio si è buttata sulla velocità, facendo emergere ottimi atleti che però non hanno potuto continuare perché non avevano una struttura idonea per gli allenamenti, salvo andare a Bormio, come ha fatto Arianna, o fino a Chiavenna.

Oggi, ai due palaghiacci storici, sul Frodolfo e sul Mera, si è aggiunto quello di Madesimo, ma Sondrio vuole essere della partita. Anche se non ha un background specifico, una storia societaria di sport sul ghiaccio che sostenga un simile intervento, alla sua Arena non intende rinunciare.

«È vero che non c’è dietro una società, una tradizione sportiva locale che spinga per la realizzazione di una struttura ad hoc, ma è anche vero che non ci sarà mai fino a quando non faremo qualcosa - assicura Diasio -. E noi, dopo attenta valutazione e dopo esserci confrontati con realtà analoghe già esistenti, in quanto capoluogo alpino, crediamo di dover investire negli sport del ghiaccio e nell’arrampicata sportiva, filoni di grande attrattività ed interesse non solo a livello nazionale, ma anche internazionale».

Posizione strategica

Attraverso la “Sondrio Arena”, quindi, che dovrebbe sorgere in zona Policampus, via Tonale, snodo strategico perché «visibile dalla tangenziale - dice Diasio -, raggiungibile in auto dalla stessa, in treno e in pullman dalle vicine stazioni e anche a piedi perché da quella zona passerà anche il prolungamento previsto del Sentiero Valtellina», si vuole imprimere un’accelerata alla “Sondrio turistica”, richiamando quel turismo sportivo che oggi impatta sempre di più sulle presenze turistiche di casa nostra.

«Ricordo che l’obiettivo è realizzare una pista di pattinaggio regolamentare, indoor, dove tenere manifestazioni sportive di livello - dice Diasio - e attrarre atleti che necessitino di spazi idonei per i loro allenamenti. Squadre nazionali e internazionali e lo stesso dicasi per l’arrampicata sportiva. Poi, chiaramente, la struttura servirà anche per far divertire i nostri ragazzi, con il pattinaggio, gli sport del ghiaccio e l’arrampicata. E chissà, magari a far crescere nuovi campioni».

Le diverse possibilità

Questo per quanto riguarda gli sport, perché poi c’è l’aspetto della polifunzionalità della struttura, grande 7mila metri quadrati, capace di ospitare una media di 3.300 persone, a seconda che si parli di posti fissi in tribuna, 2.400, per tennis e sport del ghiaccio, 3.050, per il basket, 4.650, e per l’arrampicata, più di tremila, con una capienza massima che arriva però fino a 8.050 persone in piedi per concerti e spettacoli.

«Entrare nel merito della gestione oggi è prematuro - dice Diasio -, perché al momento abbiamo solo lo studio di fattibilità e dal Mise abbiamo ottenuto il finanziamento per i progetti definitivo ed esecutivo, però noi ci crediamo. E non si pensi che si stia puntando ad accrescere i flussi turistici senza un’analisi delle presenze attuali. Perché è vero che la dotazione alberghiera non è enorme, ma è anche vero che stanno venendo avanti nuove forme di ricettività e che i tassi di occupazione dei posti letto, in città, sono perfettibili e noi a quello vogliamo arrivare».

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